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Una scoperta archeologica che ha dell’incredibile | Hanno scoperto una nuova città con al centro la moschea più grande mai vista: accoglieva 2600 fedeli

Illustrazione di una moschea (Depositphotos foto) - www.buildingcue.it

Illustrazione di una moschea (Depositphotos foto) - www.buildingcue.it

Nel cuore del deserto riaffiora un centro urbano sepolto che custodiva un mitico colosso sacro mai visto prima.

Questo ritrovamento potrebbe cambiare parecchio il modo in cui guardiamo al passato di questa regione. Il sito in questione non è uno qualunque: si trova in una zona che per secoli è stata un punto d’incontro tra mondi diversi.

Negli ultimi tempi, l’interesse verso quest’area è cresciuto a dismisura. E non a caso. Lì sotto — sotto metri di terra e sabbia — si nascondeva un pezzo di storia che sembrava svanito nel nulla. Gli studiosi sospettavano da tempo che potesse esserci qualcosa, ma non si aspettavano nulla del genere. E poi, boom, l’intuizione si è rivelata giusta. A quanto pare, certi misteri vogliono proprio essere scoperti.

Non è un nome che salta fuori spesso, oggi, ma una volta era una città frenetica, attraversata da mercanti, pellegrini, viaggiatori. Ora resta poco o nulla in superficie, ma sotto… beh, sotto c’è un intero mondo da riscoprire. Le ricerche hanno cominciato a restituire dettagli che ci permettono di immaginare come si viveva, come si pregava, come si commerciava da quelle parti.

E la cosa più affascinante è proprio questa: i livelli di vita si sovrappongono. Una città costruita, ricostruita, trasformata nei secoli, dove ogni traccia che riemerge parla una lingua diversa. Resti di pareti decorate, pezzi di ceramica, elementi in legno dipinto… tutto racconta qualcosa. Anche i dettagli più piccoli — tipo un dattero secco — diventano tasselli di un puzzle più grande.

Un pezzo alla volta, riaffiora una città perduta

Dal 2024, su un’area di circa 9.000 metri quadrati, gli archeologi marocchini — coordinati dal Ministero della Gioventù, della Cultura e della Comunicazione — stanno scavando senza sosta, come riporta ilgiornaledellarte.com. Prima sotto la guida del professor Lahcen Taouchikht, ora con la direzione della professoressa Asmae El Kacimi, un team tutto locale dell’Insap ha fatto… un lavorone, diciamolo. Ogni strato rimosso ha aggiunto un dettaglio nuovo alla storia di Sijilmassa.

Una delle scoperte più intriganti riguarda un quartiere residenziale in stile alawita, risalente ai secoli XVII e XVIII. Dodici case, tutte disposte attorno a cortili interni, con ambienti per ricevere gli ospiti, magazzini, stoviglie. E anche, incredibilmente, resti di legno di cedro dipinto e decorato con foglia d’oro. Una decorazione che non era mai stata ritrovata prima da queste parti. Sembra una piccola cosa, ma in realtà è una testimonianza unica del gusto e dell’arte di quel tempo. E qui arriva la vera bomba, la scoperta principale.

La scoperta incredibile (Moroccan History - X foto) - www.buildingcue.it
La scoperta incredibile (Moroccan History – X foto) – www.buildingcue.it

Un luogo di culto mai visto prima

Gli scavi hanno fatto emergere quella che è, a oggi, la moschea più antica mai ritrovata in Marocco. Stiamo parlando di un edificio immenso: 2.620 metri quadrati, abbastanza grande da contenere fino a 2.600 persone in preghiera. Le analisi la collocano tra la fine dell’VIII e l’inizio del IX secolo.

Ma non è solo una questione di dimensioni. Le decorazioni rinvenute tra le fondamenta sono tra le più antiche testimonianze dell’arte islamica marocchina: motivi geometrici, iscrizioni, elementi vegetali. E poi c’è un dettaglio curioso: è stato trovato anche uno stampo in ceramica, una sorta di matrice per creare dischetti d’oro. Segno che lì esisteva addirittura una zecca. In tutto il continente africano, un oggetto del genere era stato scoperto solo in Mali, a Tadmekka. Roba che conferma l’importanza economica — e non solo religiosa — di quella città dimenticata.