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Temperature in salita, c’è bisogno di stare freschi | Metti i condizionatori a casa: tu li ordini e il Governo te li paga

Illustrazione del caldo (Canva FOTO) - buildingcue.it

Illustrazione del caldo (Canva FOTO) - buildingcue.it

Le temperature salgono, e già in tanto non riescono più a sopportarle. Ma puoi risolvere con dei condizionatori pagati dal Governo.

Quando arriva il caldo vero, di quelli che ti fanno sudare anche solo a pensare, il condizionatore diventa quasi un rifugio. Entri in casa o in ufficio e quel soffio d’aria fresca ti fa sentire come se stessi rinascendo. Però usarlo bene non è così scontato: spesso si tende a spararlo a temperature glaciali, rischiando mal di gola, bollette salate e uno spreco inutile.

La cosa migliore è trovare un equilibrio. Tenere il condizionatore sui 24-26 gradi di solito basta per stare bene senza trasformare casa in una cella frigorifera. E poi serve un po’ di attenzione: chiudere le finestre quando è acceso, evitare di accenderlo e spegnerlo di continuo, fare un po’ di manutenzione ogni tanto. Nulla di complicato, ma fa la differenza.

C’è anche la funzione deumidificatore, che spesso viene sottovalutata. In realtà, nei giorni più afosi, togliere l’umidità dall’aria è quasi più utile che abbassare la temperatura. Si respira meglio e si consuma pure meno energia. E non dimentichiamoci della modalità “eco”, che è un tocco in più per alleggerire la bolletta.

Insomma, il condizionatore è una gran comodità, ma va usato con testa. Non serve esagerare per stare freschi. Bastano poche accortezze per godersi l’estate senza trasformarla in una guerra tra caldo e corrente d’aria.

Caldo in arrivo? Meglio giocare d’anticipo

Quando cominciano le prime giornate afose, quelle che ti svegli già sudato e sogni di vivere dentro un frigorifero, il pensiero corre subito a lui: il condizionatore. Fresco, silenzioso, rassicurante. Il problema però è che non sempre ce n’è uno a portata di mano… o di portafoglio. E tra l’acquisto, l’installazione e il montaggio, i costi rischiano di salire parecchio.

Come riportato da dailybest.it, qui entrano in gioco i cosiddetti “bonus climatizzatori”. Non sono un incentivo unico e indipendente, ma fanno parte di pacchetti più ampi come il bonus ristrutturazioni, quello mobili ed elettrodomestici, oppure l’Ecobonus. A seconda della situazione e dell’impianto scelto, si può recuperare dal 50% fino al 65% della spesa. Praticamente, metà condizionatore (almeno sulla carta) te lo ripaga lo Stato.

Illustrazione di un climatizzatore (Canva FOTO) - buildingcue.it
Illustrazione di un climatizzatore (Canva FOTO) – buildingcue.it

Come funziona davvero

Come riportato da dailybest.it, per usufruire delle agevolazioni, ci sono però alcune regole da seguire. Ad esempio, se si vuole puntare al famoso 65%, serve sostituire un vecchio impianto con uno nuovo a pompa di calore, ad alta efficienza. Niente improvvisazioni o acquisti casuali, insomma. E bisogna anche pagare con metodi tracciabili, come bonifici parlanti o carta di credito. Niente contanti.

Ah, e non dimenticare di mandare i documenti all’ENEA entro 90 giorni dalla fine dei lavori altrimenti, addio detrazione. Va anche detto che lo sconto in fattura e la cessione del credito, una volta tanto comodi, non ci sono più: sono spariti dal febbraio 2023. Quindi il rimborso non arriva subito, ma sotto forma di detrazione IRPEF spalmata in dieci anni.