TARI addio, ma solo se ne adotti uno | Grazie ad un amico a quattro zampe, se vivi qui non paghi nulla

Illustrazione della tassa sui rifiuti (Canva FOTO) - buildingcue.it
La TARI è una grossa spesa, che annualmente mette in crisi tante persone. Eppure, esistono situazioni che ti permetterebbero di non pagarla.
La TARI è la tassa sui rifiuti che oggi tutti conoscono, ma non è sempre esistita con questo nome. Prima c’erano altre sigle: TARSU, TIA, TARES… un vero e proprio “alfabeto fiscale” che negli anni è cambiato più volte, sempre con lo stesso obiettivo: far pagare ai cittadini il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani.
Il salto alla TARI è avvenuto nel 2014, con la Legge di Stabilità. L’idea era semplificare il sistema, unificando e aggiornando le regole. In teoria, doveva essere più trasparente e proporzionale: paghi in base alla superficie dell’immobile e al numero di occupanti.
Nel tempo, però, la TARI è diventata uno dei tributi più discussi. C’è chi si lamenta delle tariffe alte, chi del calcolo poco chiaro, e chi del fatto che, pur pagando di più, il servizio non sempre migliora.
Oggi la TARI è gestita dai Comuni, che fissano importi e modalità di pagamento. Cambia da città a città, e spesso anche tra quartieri. Insomma, più che una tassa nazionale uniforme, sembra un mosaico di regole locali.
Una situazione particolare
In molte città, la questione dei cani randagi è un problema serio, sia per il benessere degli animali che per la convivenza con le persone. Alcuni Comuni hanno iniziato a cercare soluzioni che vadano oltre il semplice ricovero nei canili, puntando su iniziative che possano trasformare un’emergenza in un’opportunità. È qui che entrano in gioco progetti che premiano chi decide di aprire la propria casa a un animale in cerca di famiglia.
Non si tratta solo di buone intenzioni: l’obiettivo è anche ridurre i costi di mantenimento nei canili e migliorare la qualità della vita degli animali. In certi casi, poi, la spinta arriva con un incentivo concreto, che unisce la sensibilità verso gli animali a un piccolo vantaggio economico per i cittadini.
Come si collegano le due situazioni?
A Veroli, ad esempio, come riportato da Ciociara Oggi, il Comune ha lanciato la campagna “Fammi felice a casa tua”, pensata proprio per incoraggiare l’adozione dei cani ospitati nelle strutture convenzionate. Chi adotta un cane ottiene un rimborso totale della TARI, mentre per un secondo cane è previsto un ulteriore sconto del 50%. Un modo chiaro per dire che chi aiuta un animale riceve anche un riconoscimento tangibile.
La procedura è piuttosto semplice: basta compilare il modulo disponibile sul sito del Comune, dove sono pubblicate anche le foto e i dettagli degli animali adottabili. Una volta conclusa la verifica da parte della Polizia Locale, il contributo viene erogato entro il 15 dicembre. Un’iniziativa che unisce sensibilità e praticità, dimostrando che le politiche locali possono fare la differenza quando si tratta di benessere animale.