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Smart building: così gli edifici intelligenti stanno cambiando il modo in cui viviamo e costruiamo

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Anche gli edifici stanno diventando intelligenti, e inevitabilmente stanno influenzando ed influenzeranno le nostre vite.

Gli edifici intelligenti non sono più solo una visione futuristica da film di fantascienza: sono già qui, e stanno crescendo in fretta. Già nel 2024 il mercato globale ha superato i 90 miliardi di dollari, e secondo le stime, potrebbe raggiungere tra i 256 e i 568 miliardi nel prossimo decennio. Tutto spinto da una necessità concreta: rendere più sostenibile il modo in cui costruiamo e viviamo.

Un edificio smart si riconosce perché sa ascoltare, analizzare e reagire. Dietro le quinte ci sono tecnologie come l’Internet delle Cose (IoT), l’intelligenza artificiale, il machine learning e il BIM (Building Information Modeling). Tutte coordinate da un cervello digitale centrale, che collega tutto: dai sensori per la qualità dell’aria all’ascensore, dalla temperatura alla prenotazione delle sale riunioni.

In media, come riportato da AutoDesk, l’International Energy Agency (IEA) afferma che queste soluzioni possono tagliare del 18% i consumi energetici di un ufficio. In alcuni casi, si arriva a un risparmio anche del 70% in tre anni. E non è solo questione di bollette: si tratta di ridurre le emissioni, rendere le strutture più vivibili e aumentare la resilienza degli ambienti in cui trascorriamo la maggior parte della nostra vita.

Il fatto curioso è che tutto questo non vale solo per i grattacieli di vetro appena costruiti. Anche edifici vecchi di 50 anni possono essere riqualificati con tecnologie smart, con sensori, automazione, e nuovi sistemi di gestione energetica.

Tecnologia al servizio dell’efficienza

I mattoni restano gli stessi, ma è quello che ci gira attorno a essere cambiato. Oggi un edificio smart integra sistemi automatizzati per l’illuminazione, la climatizzazione, la sicurezza e persino l’accesso tramite riconoscimento biometrico. Tutto gestito in tempo reale da software e sensori distribuiti nell’ambiente.

Grazie a queste tecnologie, è possibile capire quali zone sono più frequentate, dove si spreca energia, o quando una sala è libera per essere pulita o utilizzata. È una questione di ottimizzazione continua, in cui ogni dato raccolto serve per prendere decisioni migliori: meno sprechi, meno costi, più comfort per chi ci lavora o ci vive.

Illustrazione di una casa smart (Pixabay FOTO) - buildingcue.it
Illustrazione di una casa smart (Pixabay FOTO) – buildingcue.it

Sfide e prospettive

Ovviamente, non è tutto semplice. Uno dei grandi temi è la sicurezza informatica. Quando si raccolgono così tanti dati, anche se in forma anonima, c’è sempre il rischio di attacchi o violazioni. Per questo è fondamentale progettare reti protette, formare gli utenti e aggiornare costantemente i sistemi.

Ma il potenziale è enorme: edifici che si autogestiscono, materiali intelligenti che si riparano da soli, vetri che bloccano il calore senza oscurare la luce. E ancora: dati condivisi con le smart city, economia circolare, recupero dei materiali. La casa del futuro non è più solo un tetto sulla testa, ma un sistema vivente che si adatta, comunica e aiuta a vivere meglio.