Sembrava il solito sasso con dei buchi | Un bambino di 6 anni ha fatto una scoperta preistorica: l’hanno forato a mano

Non si smette mai di scoprire! (canva.com) - www.buildingcue.it
Una ritrovamento casuale diventa una potenziale scoperta preistorica: un oggetto che solleva dibattiti tra gli archeologi.
Tutti coloro che sono cresciuti guardando programmi mitici come Superquark o i documentari della BBC sanno quanto sia affascinante il mondo della scienza, in particolare l’archeologia.
Per farci sognare di partire con una piccola pala alla ricerca di qualcosa di antico e dimenticato, bastava un’immagine in studio o un’inquadratura sulle sabbie egiziane; meglio ancora se poi li si vede da vicino.
Questi racconti ci hanno insegnato che scavare nel passato era e resta un modo per riscrivere le storie eterne dell’umanità, e non solo per trovare polvere e reperti.
Indubbiamente gli archeologi sono fortunati perché ogni giorno possono fare ciò che altri non possono fare. Ed è proprio questo desiderio di scoperta che ritorna sempre, anche nella mente curiosa di un bambino.
Un ritrovamento straordinario
Come riporta la redazione di Stile Arte, un ragazzino di sei anni avrebbe potenzialmente riscritto la storia archeologica di un paesino dell’Emilia-Romagna. Nicolò Naturani, accompagnato dal padre Andrea, stava giocando tra le acque del torrente vicino a Carpaneto Piacentino, quando ha avvistato una pietra grande, liscia e con un foro, il che faceva supporre l’intervento umano; il reperto, ufficialmente consegnato al sindaco Andrea Arfani, è stato trasmesso alla Soprintendenza per ulteriori analisi.
In base a una prima supposizione degli esperti, potrebbe trattarsi di un peso da telaio, utilizzato nell’era preistorica per mantenere tesi i fili dei telai verticali. Sebbene oggi possa apparire come una semplice pietra con un foro, gli archeologi lo giudicano un oggetto di notevole importanza culturale, in quanto risalirebbe verosimilmente addirittura all’età del Bronzo, a testimonianza della sua antichità.
Uno studio interessante
Come riporta la fonte, il materiale è di pietra dura e pesante, con un peso superiore ai tre chilogrammi, forata doppiamente a mano con grande precisione e cura. Oggetti simili, solitamente fatti di argilla, sono stati trovati nelle terramare dell’Emilia, ma quello di Nicolò ha caratteristiche molto insolite, che rendono il suo studio particolarmente interessante.
L’azione compiuta dal bambino e dal padre ha ricevuto l’approvazione e il plauso delle istituzioni, nonché il riconoscimento da esperti del settore. Si attende che, dopo il termine degli studi sul reperto, questo possa ritornare a essere conservato nel Comune di Carpaneto, ergendosi in qualità di simbolo dell’identità locale. Il genitore, infine, ha evidenziato quanto sia fondamentale preservare e far conoscere l’oggetto per condividere con la comunità tutta l’entusiasmo per la scoperta e l’ammirazione per la storia.