Se vivi in condominio ora puoi bussare alla porta dei tuoi vicini | Devono darti tutti i soldi per questi lavori: è la Legge che lo dice

Illustrazione di una persona mentre bussa (Canva FOTO) - buildingcue.it
Se non conoscevi questa situazione, ora potrai agire diversamente. Basta bussare ai propri vicini per risolvere la situazione.
Il condominio è una forma di convivenza urbana sempre più diffusa. Rappresenta un sistema in cui più persone condividono uno stesso edificio, ognuno con la propria unità abitativa ma con spazi e responsabilità comuni.
Questo modello richiede regole precise. Ogni condominio ha un regolamento interno e un amministratore, figura chiave che si occupa della manutenzione, delle spese comuni e del rispetto delle decisioni prese in assemblea.
Vivere in condominio significa anche relazionarsi con vicini di ogni tipo. A volte è semplice, altre un po’ meno. Dalle riunioni animate alle lamentele per il rumore, la vita condominiale è fatta di compromessi e buon senso.
Eppure, quando funziona, è un modello sostenibile: consente di condividere costi, ottimizzare risorse e ridurre l’impatto ambientale. Un piccolo mondo verticale che riflette, nel bene e nel male, il vivere insieme.
Quando si interviene per necessità
Può capitare, e succede più spesso di quanto si pensi: si rompe qualcosa in condominio, magari un tubo condominiale o una parte pericolante del tetto, e l’amministratore tarda a intervenire. In casi del genere, alcuni condomini decidono di muoversi da soli, chiamano un tecnico, pagano l’intervento e sistemano il danno. Ma ecco la domanda: è possibile farsi rimborsare?
Secondo quanto chiarito dalla Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 16351/2025, come riportato da Centro Studi Finanza, la risposta è sì, senza ombra di dubbio. Se l’intervento riguarda parti comuni dell’edificio ed è urgente, il condomino ha diritto al rimborso, anche se non ha ricevuto l’approvazione preventiva dell’assemblea. L’importante è che si tratti di una situazione non rimandabile .
Come muoversi nel modo giusto
Come riportato da Centro Studi Finanza, per far valere questo diritto servono tre condizioni fondamentali. La prima: l’urgenza dell’intervento dev’essere oggettiva. La seconda: l’impossibilità di aspettare una decisione dell’assemblea. La terza è dimostrare che l’amministratore o gli altri condomini non hanno agito per tempo, lasciando che il problema peggiorasse.
In più, se si riesce a provare che il danno è stato causato da negligenza collettiva, il condomino può chiedere non solo il rimborso, ma anche un risarcimento vero e proprio, comprensivo di eventuali danni economici e personali subiti nel frattempo. Fino al 31 dicembre 2024 era prevista una detrazione del 50% fino a un tetto di 96.000 euro; dal 1° gennaio 2025, invece, l’incentivo è sceso al 36%, con un massimo di 48.000 euro.