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Scoperta una nuova città con un rituale macabro | Bambini seppelliti in cerchio per il Dio della Tempesta

Illustrazione di una scoperta archeologica (Canva FOTO) - buildingcue.it

Illustrazione di una scoperta archeologica (Canva FOTO) - buildingcue.it

Questa scoperta è molto interessante, e allo stesso tempo è anche macabra. Si tratta di un vero e proprio rituale.

La scoperta di una nuova città, soprattutto se antica e sepolta nel tempo, ha sempre un fascino particolare. È come aprire un capitolo dimenticato della storia e trovarvi dentro scene di vita quotidiana, architetture e oggetti che parlano di chi ci ha preceduto. 

Questi ritrovamenti possono avvenire in contesti molto diversi: scavi archeologici programmati, lavori edilizi, esplorazioni subacquee o persino grazie alle immagini satellitari

Quando una città riemerge, porta con sé domande e risposte. Ci si interroga su chi l’ha abitata, su come era organizzata e sul perché sia stata abbandonata. Ogni muro, strada o frammento ritrovato diventa un indizio da decifrare, in un puzzle che può richiedere anni per essere ricomposto.

La vera ricchezza di queste scoperte sta nel contributo alla conoscenza collettiva. Non si tratta solo di recuperare reperti, ma di ampliare la comprensione delle culture passate, conservando la memoria di luoghi che, altrimenti, sarebbero rimasti sepolti per sempre.

Una scoperta interessante

A volte le scoperte archeologiche sembrano uscite da un romanzo, di quelle che si leggono una sera d’estate e lasciano la mente a viaggiare per secoli. In Anatolia, nel cuore della Turchia, un team di ricerca ha riportato alla luce un luogo enigmatico, ribattezzato “Struttura Circolare”. Già il nome suscita curiosità: evoca un perimetro tracciato con intenzione, una sorta di spazio sacro o, chissà, teatro di eventi comunitari dal significato oggi perduto.

Non si tratta di un ritrovamento qualsiasi, e la sensazione è che dietro quelle pietre ci sia una storia intensa, forse dolorosa. Certi siti, infatti, portano addosso un’aura di mistero che va oltre i reperti in sé. Qui, più che di singole tombe o oggetti preziosi, si parla di un contesto rituale che sembra avvolgere ogni frammento ritrovato.

Illustrazione di un rituale (Canva FOTO) - buildingcue.it
Illustrazione di un rituale (Canva FOTO) – buildingcue.it

Un vero e proprio rituale

Secondo quanto riportato da RaiNews, all’interno della “Struttura Circolare” gli archeologi dell’Università di Pisa hanno rinvenuto i resti di sette bambini, non collocati in sepolture tradizionali, ma sparsi tra frammenti di ceramiche, ossa animali e strati di cenere. Questo insieme suggerisce pratiche cerimoniali collettive risalenti all’età del Bronzo, in una cultura connessa al mondo ittita.

Alcuni studiosi, osservando lo schema del ritrovamento, hanno azzardato paragoni con i tofet fenici, luoghi in cui l’archeologia ha spesso riscontrato tracce di offerte umane. Un dettaglio spicca tra tutti: un dente da latte, conservato in condizioni eccellenti. In generale, si tratta della città di Höyük, conosciuta anche come Zippalanda, e il rituale è stato associato al Dio della Tempesta.