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Scoperta sorprendente in Croazia | Torna alla luce una torre immensa: serviva alle truppe di Marco Aurelio per difende i confini

Statua equestre di Marco Aurelio

Statua equestre di Marco Aurelio (Freepik foto) - www.buildingcue.it

L’archeologia non smette mai di stupirci: sull’altra sponda dell’Adriatico, ecco riportata alla luce una costruzione risalente alla dominazione romana

La civiltà romana ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’umanità, rendendosi protagonista di invenzioni che hanno contribuito significativamente alla formazione dell’uomo e della società moderna prima, e contemporanea, oggi.

A partire dalle sue origini, databili intorno al VIII Secolo avanti Cristo, sino a giungere al punto di culmine, corrispondente alla caduta dell’Impero Romano di Occidente, avvenuta nel 476 dopo Cristo, sono state numerose le influenze, culturali, di pensiero e concrete, che i romani sono stati in grado di fornire fino ai nostri giorni.

Una serie di rinvenimenti che si articolano lungo l’interezza dei territori occupati dall’Impero nel suo punto di massimo splendore, raggiungendo l’Anatolia, le coste nordafricane, il Medio Oriente e l’attuale Regno Unito meridionale, che testimoniano ancora oggi l’importanza di questo popolo per l’Europa intera e non solo.

La branca dell’archeologia che si occupa specificamente di rintracciare e lavorare con i reperti risalenti all’Antica Roma ha permesso di riportare alla luce intere città, con le loro infrastrutture, abitazioni, ma anche oggetti di uso comune e siti funerari, che ci aiutano a comprendere come questa popolazione vivesse la propria quotidianità.

Un superlativo rinvenimento

Il lavoro svolto da un gruppo di archeologi croati ha permesso il rinvenimento di un pregiatissimo reperto archeologico risalente addirittura ai tempi della dominazione romana nella penisola balcanica, databile in corrispondenza del regno dell’Imperatore Marco Aurelio, dunque al II Secolo d.C.. Si tratta di una torre di avvistamento eretta, all’epoca, in una posizione fortemente strategica, ossia lungo il confine naturale dell’allora impero, costituito niente meno che dal Fiume Danubio.

Questo confine sorgeva dunque il corrispondenza di un sistema di limes e la realizzazione della torre aveva la necessità di fungere da edificio di supporto allo stesso, considerando che in quel medesimo periodo storico l’Impero Romano si trovava ad affrontare una delle fasi più frenetiche e instabili della sua intera storia: quella corrispondente allo scoppio delle Guerre Macromanniche tra i legionari e i popoli germanici.

Sito archeologico
Sito archeologico (Institute of Archaeology Zagreb foto) – www.buildingcue.it

Ulteriori approfondimenti

Secondo quanto riportato dai locali archeologi, il sito di scavo sito a Mohovo avrebbe permesso di riportare alla luce addirittura spille di origine romana, oltre ad armi e frammenti di ceramica; testimonianze preziosissime, che per importanza non possono comunque avvicinarsi alla torre di vedetta. Questo straordinario rinvenimento è stato possibile grazie all’impegno di un gruppo di esperti provenienti dall’Istituto di Archeologia di Zagabria, sotto la sapiente guida di Marko Diszdar, che ha diretto gli scavi.

Lo stesso, intervistato dai media locali, ha fornito una ricostruzione circa il motivo che avrebbe potuto spingere gli antichi romani ad edificare questa torre di guardia proprio in una simile posizione. “Da questa posizione strategica, in uno dei punti di attraversamento del Danubio…si poteva controllare visivamente un’ampia area…protetta su tre lati da burroni naturali”, ha detto Diszdar in merito, che ha anche evidenziato come la torre distasse circa 12 km dalle più vicine guarnigioni, rinvenibili in corrispondenza di due altri importanti siti archeologici della zona, ossia Ilok e Sotin. A riportarlo è Live Science.