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Scoperta archeologica incredibile | Ora i Babilonesi non hanno più segreti: hanno decifrato tutti i loro codici

Babilonia

Scoperta dell'antica Babilonia (Canva foto) - www.buildingcue.it

Un antico inno inciso su una tavoletta di argilla svela aspetti inediti della vita quotidiana e religiosa nella Babilonia di 4.000 anni fa.

Nel cuore della Mesopotamia, dove una volta sorgeva una delle città più straordinarie del mondo antico, riposavano segreti incisi nell’argilla. Testimonianze silenziose di un popolo che ha influenzato civiltà intere, sepolte da secoli di polvere e oblio, sono tornate oggi a parlare grazie a strumenti inaspettati.

Per secoli, il contenuto di alcune tavolette babilonesi è rimasto criptico, custodito in una scrittura cuneiforme difficile da interpretare e in condizioni frammentarie. Gli studiosi, armati di pazienza e dedizione, avevano fatto progressi limitati, rallentati dalla mancanza di testi completi. Ma l’interesse per queste testimonianze non è mai svanito, perché si sapeva che dietro quei segni si celavano storie potenti.

Cosa si cela in realtà sotto quei simboli incisi? Quali immagini della vita quotidiana, delle pratiche religiose e delle relazioni sociali del tempo potrebbero rivelarsi, se solo fosse possibile leggere tutto con chiarezza? L’enigma ha attirato da tempo linguisti, archeologi e storici. Ma fino ad oggi, le risposte sono rimaste frammentarie, come le tavolette stesse.

A rendere tutto più affascinante è l’idea che queste parole fossero familiari anche ai bambini di allora. Il fatto che alcuni testi venissero copiati nelle scuole suggerisce una trasmissione viva della cultura, non un’eredità isolata ma una pratica condivisa, collettiva. E ciò che si è scoperto, oggi, va ben oltre le aspettative.

Uno sguardo nuovo su un inno dimenticato

Grazie all’intelligenza artificiale, un team internazionale guidato dalle università di Baghdad e di Monaco è riuscito a decifrare un antico inno babilonese composto da circa 250 versi, inciso su tavolette di argilla risalenti a 4.000 anni fa. Secondo quanto riportato da The Sun, l’inno è stato riconosciuto in ben 30 manoscritti diversi, un lavoro che avrebbe richiesto decenni senza l’ausilio della tecnologia.

Il testo celebra la grandezza di Babilonia, la fertilità portata dalle acque dell’Eufrate e la vita spirituale e sociale degli abitanti. Ma emergono anche dettagli rari: le figure femminili, in particolare le sacerdotesse, vengono descritte con rispetto e dignità. L’inno riflette anche una società aperta, in cui i forestieri erano accolti con rispetto e integrati nella vita urbana.

Babilonia
Antiche incisioni babilonesi nuova scoperta (Canva foto) – www.buildingcue.it

Una rivelazione che cambia la storia

Questa scoperta apre una finestra inaspettata su una civiltà che parlava alla natura, agli dei e al proprio popolo. Le sacerdotesse, considerate custodi della moralità e della fertilità controllata, vivevano una dimensione religiosa intensa, con i propri “compagni” descritti come divinità. La loro presenza rafforza l’idea di una struttura sociale complessa e profondamente spirituale.

Sebbene circa 100 righe dell’inno siano ancora mancanti o danneggiate, il testo restituito è sufficiente a offrire un’immagine viva e sorprendente della Babilonia. Questa non è solo una scoperta archeologica: è un ritorno alla voce originale di un’intera civiltà, che ora può essere ascoltata di nuovo con chiarezza.