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Quanto si guadagna davvero con gli affitti brevi e come ottimizzare le entrate

Quanto si guadagna davvero con gli affitti brevi e come ottimizzare le entrate

Quanto si guadagna davvero con gli affitti brevi? La domanda è tra quelle che chiunque abbia a disposizione un immobile che non utilizza, specie nel centro delle città turistiche o a poca distanza da siti archeologici o aree di interesse naturalistico, si è posto almeno una volta nella vita. Prima di pensare ad adibirlo a b&b o casa vacanze vale la pena considerare alcuni aspetti e che, dopo anni di boom e in cui il numero di strutture ricettive è cresciuto in maniera esponenziale, il settore dell’ospitalità extralberghiera sembra avviarsi verso un momento di normalizzazione. Ci sono ancora buone opportunità di guadagnare con gli affitti brevi, cioè, ma serve impegno e una gestione strategica.

Un b&b in centro può fruttare fino a settemila euro al mese

I prezzi medi di una notte in un b&b o in un affittacamere sono un buon punto di partenza per farsi un’idea di quanto si guadagna con gli affitti brevi. Secondo uno degli ultimi studi di settore attualmente la media va dai 60 ai 100 euro a notte, con la maggior parte delle strutture però che hanno un prezzo tra i 70 e gli ottanta euro a notte. Ipotizzando di avere prenotazioni ogni giorno, così, una sola camera potrebbe rendere dai 1800 ai 3000 euro al mese circa. Questo introito va moltiplicato per il numero di camere disponibili nella struttura: ogni regione ha le proprie regole a proposito, ma in media gli host italiani gestiscono dalle due alle tre stanze. Approssimando, così, c’è chi ha stimato che in Italia si può guadagnare con gli affitti brevi fino a una cifra lorda di 7000 euro al mese.

È tanto o è poco per pensare di cambiare vita e dedicarsi all’ospitalità? La risposta non può che essere soggettiva.

Affitti brevi: come calcolare la reale redditività della struttura

Quello che è certo è che a quanto si incassa con un b&b, un affittacamere, una casa vacanze vanno sottratte le spese di gestione che, sottolineano gli addetti ai lavori, non sono modiche.

C’è un investimento iniziale, innanzitutto, da effettuare per trasformare la vecchia casa della nonna in una struttura ricettiva comoda e in grado di soddisfare le esigenze di chi viaggia.

In secondo luogo se è vero che più servizi come colazione inclusa, WiFi, servizio in camera, pulizie extra, deposito bagagli, noleggio bici o monopattini, eccetera si offrono ai propri ospiti e più è possibile aumentare il prezzo per notte, è vero anche che ogni servizio aggiuntivo ha un costo da calcolare nel bilancio dell’attività. Un buon gestionale affitti brevi è di supporto anche sotto il profilo della pianificazione finanziaria e può aiutare, quindi, a calcolare la reale rendita della propria struttura ricettiva.

Alcune strategie, infine, consentono di massimizzare i guadagni dagli affitti brevi. Utilizzare piattaforme e portali turistici, rendendo possibili le prenotazioni dirette dai canali OTA è una di queste, così come sincronizzare il calendario Airbnb in modo da evitare prenotazioni sovrapposte e overbooking. Non meno importante è avere prezzi dinamici e che tengano conto, cioè, dei cambiamenti in tempo reale del mercato: non si tratta solo di individuare periodi di alta e di bassa stagione, ma anche particolari eventi come il concerto di una pop star internazionale o la finale di un’importante competizione sportiva che possono far schizzare il costo delle strutture ricettive in zona, balzo a cui rispondere a propria volta con un tariffa maggiorata.