Ponte sullo Stretto: arriva l’ok del Cipess per il progetto definitivo

Arriva il via libera del Cipess al progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina ma l’iter non è ancora finito.
L’Italia torna a confrontarsi con il tema delle infrastrutture di grande scala, un ambito spesso teatro di dibattiti su costi, tempi e efficacia degli interventi. La capacità di realizzare opere strategiche diventa un indicatore chiave per valutare la competitività del Paese.
La vicenda del Ponte sullo Stretto ha conosciuto molteplici frenate e riprese nel corso degli anni. Ci sono stati contenziosi milionari che hanno rallentato un’opera dal forte impatto simbolico e logistico per il Sud.
Le regioni meridionali guardano con speranza a progetti in grado di colmare il divario infrastrutturale, auspicando collegamenti più veloci e un rilancio economico capace di frenare lo spopolamento.
In questo contesto la sostenibilità ambientale assume un ruolo centrale: l’obiettivo è conciliare nuove vie di comunicazione con il rispetto del paesaggio e la riduzione delle emissioni, in linea con gli impegni europei per la transizione ecologica.
Si apre la fase tecnica
Oggi, 6 agosto 2025, il Cipess ha dato il via libera al progetto definitivo del Ponte sullo Stretto, un traguardo annunciato dal Ministero dei Trasporti (Mit) che segna l’avvio della fase tecnica successiva. L’intervento, finanziato interamente con fondi pubblici per 13,532 miliardi di euro, rappresenta uno dei più rilevanti stanziamenti dedicati a un’infrastruttura nazionale.
Il piano finanziario comprende la realizzazione di una campata principale di 3.300 metri e circa 40 km di raccordi stradali e ferroviari, studiati per garantire elevati livelli di efficienza e una perfetta integrazione con le autostrade e le linee ad alta capacità di Calabria e Sicilia.
Il cuore del collegamento
Nonostante l’ok del Cipess, l’iter non è ancora concluso: prima dell’avvio dei cantieri occorrerà ottenere il parere della Corte dei conti sugli aspetti finanziari, un passaggio essenziale per assicurare trasparenza e correttezza nella gestione delle risorse pubbliche.
Nel frattempo il Mit coordina le ultime verifiche geologiche e l’impostazione del cronoprogramma delle gare d’appalto, operazioni fondamentali per rispettare i tempi previsti e gli standard di sicurezza più stringenti.
Tra i benefici attesi spicca il risparmio di tempo per passeggeri e merci: dagli attuali 120–180 minuti ai soli 15, con un vantaggio superiore alle due ore e mezza, come sottolineato dal vicepremier Matteo Salvini. Le analisi economiche del sottosegretario Alessandro Morelli prevedono inoltre 37.000 posti di lavoro stabili e un valore attuale netto di 1,8 miliardi di euro, grazie a costi di trasporto ridotti, flussi turistici potenziati e minori emissioni inquinanti.
Chi si oppone al Ponte sullo Stretto denuncia soprattutto il forte impatto ambientale su aree protette e specie minacciate, la mancanza di adeguate compensazioni e di un’analisi comparativa con alternative meno invasive, contesta la sostenibilità economica dell’opera e il possibile gravame sul bilancio pubblico, critica le opache deroghe procedurali che rischiano di eludere controlli e trasparenza e mette in dubbio la reale creazione di posti di lavoro stabili, auspicando invece il potenziamento delle infrastrutture esistenti.