Pensioni, il Governo ha deciso | Arrivano gli aumenti: già da adesso un botto di soldi in più

Nuova misura per abbassare le pensioni - buildingcue.it (DepositPhoto)
Notizie positive per i pensionati italiani: in arrivo un doppio aumento che potrebbe alleggerire il carico fiscale.
Il tema delle pensioni è sempre al centro del dibattito pubblico in Italia, con milioni di cittadini che attendono notizie positive sul fronte degli importi. Ogni annuncio governativo in merito è accolto con grande attenzione e speranza.
Negli ultimi anni, l’aumento del costo della vita ha eroso il potere d’acquisto dei pensionati, rendendo ancora più pressante la necessità di interventi mirati a sostenere questa fascia della popolazione.
Il Governo ha annunciato un piano che potrebbe portare a un incremento significativo degli assegni, combinando diverse strategie per garantire un beneficio tangibile ai pensionati.
Si preannunciano cambiamenti che potrebbero tradursi in un “botto di soldi in più”, un’espressione che cattura l’attesa per un miglioramento concreto della situazione economica.
Il doppio aumento e i suoi dettagli
Da gennaio 2026 è previsto un doppio aumento delle pensioni. Al primo, legato alla rivalutazione annuale (adeguamento al costo della vita), si aggiungerà un secondo incremento grazie alla riforma fiscale che il governo intende attuare con la prossima Legge di Bilancio. Questo secondo aumento, nel migliore dei casi, potrebbe tradursi in circa 640 euro l’anno, ovvero poco meno di 55 euro al mese calcolati su 12 mensilità. Il beneficio deriverà dal taglio dell’Irpef, un’operazione che riprenderà quanto già fatto nel 2024, ma questa volta concentrandosi sulla fascia media di reddito, intervenendo specificamente sul secondo scaglione Irpef. Questo taglio non riguarderà solo i pensionati, ma tutti i percettori di reddito soggetti a tassazione, inclusi lavoratori dipendenti e autonomi.
L’aumento in oggetto agirà sul netto dell’assegno, a differenza della rivalutazione che interviene sull’importo lordo. La proposta è di modificare le regole per il calcolo dell’Irpef, in particolare per il secondo scaglione. Attualmente, l’imposta prevede un’aliquota del 23% per i redditi fino a 28.000 euro, del 35% tra 28.000 e 50.000 euro, e del 43% oltre i 50.000 euro. La riforma prevede una duplice manovra sul secondo scaglione: l’aliquota verrebbe ridotta al 33% (un risparmio del 2%) e la soglia limite incrementata fino a 60.000 euro. Il risparmio mensile massimo sarebbe di circa 53,33 euro per chi rientra nella fascia più alta del secondo scaglione (tra 28.000 e 60.000 euro). Per esempio, con un reddito di 46.000 euro, il risparmio sarebbe di circa 30 euro al mese.
Tempistiche e risorse per gli aumenti
L’intenzione del governo di procedere con un taglio dell’Irpef per il ceto medio è stata confermata dal viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, al Festival dell’Economia di Trento. Ha ribadito che l’attuazione della delega fiscale rimane una priorità, ma tutto dipenderà dalla compatibilità con i vincoli di bilancio. Il governo necessita di circa 5 miliardi di euro per questa operazione, risorse che si prevede di recuperare dal concordato preventivo e dalla lotta all’evasione fiscale. Tuttavia, i risultati definitivi di queste misure sono ancora in attesa di conferma.
È certo che il nuovo taglio dell’Irpef non arriverà in estate, come inizialmente vociferato. È tutto rimandato alla Legge di Bilancio 2026, il che significa che le nuove regole, se approvate, decorreranno da gennaio del prossimo anno. La circolare INPS con i dettagli arriverà nel prossimo mese, ma gli aumenti effettivi saranno visibili sugli assegni a partire da gennaio 2026, in concomitanza con gli adeguamenti al costo della vita.