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Patente, occhio al nuovo test al Posto di Blocco | Lo fanno apposta: ti sussurrano da lontano e se non li senti ti fregano

Illustrazione di un posto di blocco (Canva foto) - buildingcue.it

Illustrazione di un posto di blocco (Canva foto) - buildingcue.it

Questo particolare test mette in difficoltà molte persone. Basta davvero poco per sbagliare e rifare il test.

Il posto di blocco è una di quelle situazioni che possono mettere un po’ di tensione anche al guidatore più tranquillo, e non solo a lui.

È un punto di controllo temporaneo, organizzato dalle forze dell’ordine per verificare il rispetto delle norme, l’identità dei conducenti e la regolarità dei veicoli.

Di solito viene allestito in zone strategiche: all’uscita delle città, vicino agli svincoli o lungo tratti dove si vuole monitorare il traffico.

Durante il controllo possono essere richiesti i documenti principali e, se necessario, gli agenti possono verificare anche lo stato del veicolo.

Una situazione rischiosa

C’è un aspetto della guida che spesso si dà per scontato: l’udito. Si parla sempre della vista, dei riflessi, dell’attenzione alla strada… ma ascoltare è altrettanto vitale. Eppure, per anni, il controllo dell’udito per la patente si è ridotto a un test rudimentale, quasi simbolico. il famoso “test del sussurro”.

Un medico che bisbiglia qualche parola a un paio di metri di distanza, e il candidato che deve ripeterla. 

Il problema è che questo metodo, semplice e veloce, rischia di non dire la verità. Un deficit lieve, un calo graduale dell’udito o un disturbo in una sola frequenza possono passare completamente inosservati. E sulle strade, quel piccolo dettaglio può fare una grande differenza.

Illustrazione di un posto di blocco della polizia (Depositphotos foto) - www.buildingcue.it
Illustrazione di un posto di blocco della polizia sulla strada (Depositphotos foto) – www.buildingcue.it

Non basta più!

Come riportato da Mantova Uno, la legge n. 177 del 25 novembre 2024 ha finalmente deciso di affrontare la questione, stabilendo che il vecchio test del sussurro non sarà più sufficiente per valutare la capacità uditiva di chi guida. Fino ad oggi bastava “sentire una voce a due metri di distanza” per ottenere il via libera. Ma quel metodo, usato per decenni, era poco più che un gesto formale: nessuno poteva davvero capire quanto una persona sentisse bene in condizioni reali, con rumori di fondo, traffico o stress.

Ora il messaggio è chiaro: l’udito non è un optional. È una condizione di sicurezza. Chi si mette al volante senza percepire correttamente suoni e richiami rischia non solo la propria vita, ma anche quella degli altri. È un campanello d’allarme che vale la pena ascoltare, letteralmente. Forse è arrivato il momento di smettere di pensare al “sentire” come a un dettaglio e cominciare a considerarlo per quello che è: un vero strumento di sopravvivenza.