“Operazione Trasparenza” del Governo | Vogliono conoscere tutti gli autovelox sulle strade: quelli non a norma verranno rasi al suolo

Illustrazione di un autovelox (Canva FOTO) - buildingcue.it
Grazie a questa operazione, gli autovelox non saranno più “illegali”. Quelli vecchi verranno assolutamente sostituiti.
Gli autovelox sono strumenti ormai familiari sulle strade, pensati per controllare la velocità dei veicoli e ridurre il rischio di incidenti. Non sempre amati dagli automobilisti, rappresentano però un tassello importante nella sicurezza stradale.
Il loro funzionamento si basa su sensori e sistemi radar o laser che rilevano in tempo reale la velocità di un mezzo in transito. Se il limite viene superato, l’apparecchio registra foto e dati, inviando automaticamente la sanzione.
Negli anni si sono evoluti molto: dai primi modelli fissi, spesso ben visibili, si è passati anche a dispositivi mobili e più discreti. Alcuni sono integrati in sistemi complessi che monitorano interi tratti di strada.
Oltre alla funzione punitiva, hanno anche un ruolo educativo. Sapere che un autovelox è presente spinge molti conducenti a rallentare, contribuendo a una guida più prudente e a un traffico meno pericoloso.
Una situazione particolare
Il tema degli autovelox divide da sempre: per alcuni sono indispensabili strumenti di sicurezza, per altri vere e proprie trappole disseminate lungo le strade. Tra multe contestate e dispositivi spuntati all’improvviso, negli ultimi anni non sono mancate le polemiche. Proprio per questo si è deciso di fare chiarezza, mettendo ordine in un sistema spesso percepito come poco trasparente.
Con la nuova normativa, come riportato da Virgilio, le cose cambiano. La Legge 105/2025 ha introdotto un censimento nazionale degli autovelox, accompagnato da una piattaforma digitale centralizzata. È un passo che mira a togliere ambiguità, rendendo pubbliche e verificabili informazioni che finora erano gestite in modo frammentario e, a volte, opaco.
Cosa accade realmente?
Come riportato da Virgilio Motori, le amministrazioni locali hanno ora 60 giorni per inserire nella banca dati tutti i dispositivi che controllano. Chi non lo farà, non potrà più utilizzarli per sanzionare. La vera novità, però, sta nella creazione di una mappa online accessibile a chiunque, da smartphone o computer. In questo modo cittadini e forze dell’ordine sapranno con precisione dove si trovano gli autovelox e se sono effettivamente conformi.
L’obiettivo dichiarato è quello di trasformarli in strumenti di prevenzione, non in macchine mangiasoldi nascoste dietro una curva. Resta però un nodo tecnico. La legge non ha ancora risolto il problema dell’omologazione degli apparecchi, già finita al centro di sentenze della Cassazione che hanno messo in dubbio la validità di alcune multe. Si attende infatti un secondo decreto che dovrà fissare criteri e verifiche più stringenti.