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Olio d’oliva, tanto prezioso quanto pericoloso | Se compri quello di questa marca sei finito: è la peggiore in assoluto

Illustrazione di un pericolo (Canva FOTO) - buildingcue.it

Illustrazione di un pericolo (Canva FOTO) - buildingcue.it

Purtroppo l’olio non è sempre uguale, può cambiare in base a chi la produce e in base alla materia prima utilizzata. 

L’olio d’oliva è molto più di un semplice condimento: è uno degli alimenti simbolo della dieta mediterranea, conosciuto da millenni per le sue proprietà nutrizionali e il suo sapore unico.

Deriva dalla spremitura delle olive e la sua qualità dipende da molti fattori, come la varietà, il clima e il metodo di estrazione. L’olio extravergine è la forma più pregiata: ottenuto solo con procedimenti meccanici e a freddo, conserva intatti aroma, gusto e sostanze benefiche.

Le sue sfumature possono variare moltissimo: da fruttato leggero a intenso, con sentori erbacei, di carciofo o mandorla. Ogni regione ha il suo stile, e spesso basta un filo d’olio buono per cambiare un piatto.

Oltre alla cucina, l’olio d’oliva viene usato anche nella cosmesi e nella tradizione popolare. È uno di quegli ingredienti semplici ma potenti, radicato nella storia, nella cultura e nella terra da cui proviene.

Una situazione particolare

Comprare una bottiglia d’olio al supermercato sembra una cosa semplice, quasi automatica. Si passa davanti allo scaffale, si guarda il prezzo, magari si riconosce un’etichetta già vista, e via nel carrello. Ma la verità è che non sempre ciò che si compra è davvero quello che promette. Secondo quanto riportato da Casalodi News, in commercio circolano oli d’oliva che non rispettano gli standard minimi di purezza e genuinità.

Alcuni sono il risultato di miscele poco trasparenti, altri perdono le loro proprietà benefiche già in fase di lavorazione, finendo per essere “extra vergini” solo di nome. Si tratta spesso di prodotti che, a guardarli bene, mostrano i segnali di una qualità scarsa: sapore piatto, odore poco gradevole, colore spento. 

Illustrazione dell'olio d'oliva (Canva FOTO) - buildingcue.it
Illustrazione dell’olio d’oliva (Canva FOTO) – buildingcue.it



Meglio prevenire che curare

La buona notizia è che si possono evitare certi scivoloni. Il primo passo? Leggere bene l’etichetta. Se mancano dettagli sull’origine, sull’annata di produzione o sul tipo di estrazione, meglio lasciar perdere. Un buon olio extravergine dovrebbe sempre indicare chiaramente la zona di provenienza e riportare eventuali certificazioni come DOP o IGP.

Anche l’aspetto è rivelatore: un colore verde intenso, magari leggermente torbido se non filtrato, e un profumo che ricorda l’erba appena tagliata o il carciofo sono ottimi indizi. Se invece l’aroma è assente o “strano”, meglio non rischiare. Inoltre, Casalodi News invita a diffidare delle bottiglie troppo generiche o dai nomi altisonanti ma sconosciuti.