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Olio d’oliva, quello del supermercato è meglio evitarlo | Ma c’è una marca che è la peggiore di tutte: lasciala sempre sullo scaffale

Olio e pericoli (Depositphotos foto) - www.buildingcue.it

Olio e pericoli (Depositphotos foto) - www.buildingcue.it

Non tutti gli oli che trovi al supermercato sono davvero buoni: alcuni in particolare sono finiti sotto accusa.

L’olio d’oliva, lo sappiamo, è un pilastro in cucina. Ci cuciniamo, ci condiamo l’insalata, qualcuno lo beve pure al mattino (sì, succede). Però, anche se pensiamo di conoscerlo bene, non è così facile distinguere un buon olio da uno che “fa scena” solo per l’etichetta elegante.

Anzi, diciamola tutta: in mezzo a tante bottiglie, è facile lasciarsi fregare. E mica per colpa nostra, eh, è che il mercato dell’olio è un bel casino. Negli ultimi tempi si parla tanto di tracciabilità, qualità, certificazioni… Tutto giusto.

Però poi entri al supermercato, vedi dieci bottiglie diverse con scritto “extravergine” e ti chiedi: qual è quella giusta? Quale non mi sta imbrogliando? E il punto è proprio questo: alcuni marchi giocano un po’ troppo con le parole.

E magari sotto la scritta rassicurante ci trovi un olio che non vale granché. Il problema è che l’apparenza inganna spesso. Un bel vetro scuro, magari la dicitura “100% italiano”, un prezzo invitante… e tu pensi di avere fatto l’affare.

Dubbi legittimi

Ma chi ci dice che dentro quella bottiglia c’è davvero un extravergine come si deve? La risposta è: nessuno, a meno che non ci informiamo sul serio. E purtroppo, succede meno di quanto vorremmo ammettere.

Quindi sì, la soluzione è diventare consumatori più “sgamati”. Leggere bene le etichette, capire da dove arriva l’olio, fare attenzione alle certificazioni vere. Insomma, è ora di andare oltre certe credenze, che spesso nascondono più problemi che qualità.

Coppia acquista olio d'oliva (Depositphotos foto) - www.buildingcue.it
Coppia acquista olio d’oliva (Depositphotos foto) – www.buildingcue.it

Cosa dovrebbe far scattare un campanello

In mezzo a tutta questa confusione, per fortuna ci sono test e inchieste che cercano di fare chiarezza. Alcune analisi indipendenti hanno esaminato i marchi più venduti nei supermercati italiani e, spoiler: non tutti se la sono cavata bene. In certi casi, l’olio analizzato non rispettava nemmeno i parametri per essere definito “extravergine”. E non parliamo di oli sconosciuti: ci sono anche nomi piuttosto noti.

Uno degli errori più comuni è fidarsi troppo del prezzo, come riporta cfpsanluigi.it. Ok, non è che un olio costoso sia per forza buono, ma diciamocelo: se costa troppo poco, un motivo c’è. Tra raccolta, spremitura e imbottigliamento, un extravergine fatto bene non può costare come una bottiglietta d’acqua. Meglio alzare un sopracciglio davanti agli sconti esagerati e dedicare due minuti in più a leggere bene le info riportate sull’etichetta. Vanno inoltre evitati i marchi con una reputazione abbastanza nebulosa o di origine dubbia.