Nemmeno le verdure sono più salutari | STOP all’insalata: la salute degli italiani è a rischio

Illustrazione di alcune verdure (Canva FOTO) - buildingcue.it
Mangiare le verdure dovrebbe essere salutare, eppure potrebbero esserci degli effetti che sono stati sottovalutati.
L’insalata è uno degli alimenti più versatili e presenti nelle tavole di tutto il mondo. A base di verdure a foglia, come lattuga, rucola o spinaci, può essere consumata da sola o arricchita con molti altri ingredienti.
È apprezzata per la sua leggerezza e per l’elevato contenuto di acqua, fibre, vitamine e sali minerali. Proprio per questo, è spesso associata a un’alimentazione sana ed equilibrata.
A seconda della combinazione, può diventare un contorno semplice o un piatto unico completo, grazie all’aggiunta di proteine (uova, tonno, formaggio) e carboidrati (pane, cereali, patate).
Oltre al valore nutrizionale, ha anche il vantaggio della rapidità: si prepara in pochi minuti e si presta a infinite varianti, fresche e gustose, perfette in ogni stagione.
Le verdure (poco) salutari
L’insalata ha sempre quell’aria rassicurante: fresca, verde, leggera. Un simbolo di salute, di semplicità. Eppure, dietro quelle foglie croccanti può nascondersi qualcosa di un po’ meno gradevole. Negli ultimi anni, come ripotato da Il Fatto Quotidiano, diversi studi hanno cominciato a sollevare dubbi sulla sicurezza microbiologica delle insalate crude, soprattutto quelle vendute già pronte, imbustate. La sensazione che basti un veloce risciacquo sotto l’acqua per stare tranquilli potrebbe non bastare più.
Secondo quanto riportato da Il fatto Quotidiano, un’indagine condotta nel Regno Unito su oltre 3.300 campioni ha rivelato che oltre il 4% delle insalate analizzate era contaminato da Toxoplasma gondii, un parassita che può arrivare da suolo o acqua sporchi di feci animali. Per la maggior parte delle persone è innocuo o causa sintomi lievi, ma per chi ha il sistema immunitario debole o è in gravidanza, i rischi possono diventare molto seri. Non solo: su alcune lattughe cappuccio, è stato rilevato un ceppo raro di Escherichia coli.
Cosa c’è dietro e come proteggersi
Il problema, spiegano gli esperti, non è solo cosa si trova nel piatto, ma tutto ciò che succede prima: dalla semina alla raccolta, fino al confezionamento. Serve un’indagine completa lungo l’intera filiera produttiva. Come evidenziato dal Dipartimento britannico per la salute (UKHSA), molte infezioni derivano dall’uso di acqua contaminata durante l’irrigazione o dalla scarsa igiene nei processi di lavorazione.
Il professor Paul Hunter, dell’Università dell’East Anglia, come riportato da Il Fatto Quotidiano, ha spiegato che le foglie cerose, proprio come quelle della lattuga, tendono a trattenere i batteri, e una sciacquata sotto il rubinetto non basta davvero a rimuoverli. insomma, la situazione è molto complessa.