Multe, continuano ad arrivarne migliaia al giorno agli italiani, ma non sono valide | Controlla bene quello che c’è scritto: la Puoi stracciare davanti al Postino

Multe illegittime (Canva foto) - www.buildingcue.it
Dubbi crescenti sulle multe ricevute dagli italiani: non sempre i dispositivi che le generano sono a norma.
In alcune zone d’Italia, le cassette della posta sembrano diventate un simbolo di ansia quotidiana. Sempre più cittadini ricevono notifiche di contravvenzioni, spesso inaspettate e apparentemente ingiustificate. Eppure, non si tratta solo di eccessi di velocità: qualcosa di più profondo sembra incrinare il sistema. C’è un dettaglio, apparentemente tecnico, che potrebbe cambiare tutto.
Molti automobilisti si stanno chiedendo se davvero quelle multe che ricevono siano legittime. A preoccupare non è soltanto la somma da pagare, ma l’idea che il sistema sia basato su presupposti incerti. Il dubbio è legittimo: se le regole alla base non sono chiare, come si può pretendere il rispetto di sanzioni automatiche? L’impressione è che qualcosa non torni.
Negli ultimi mesi, sui social e nei forum dedicati alla mobilità, si moltiplicano i racconti di multe che sembrano “cadere dal cielo”. Alcuni le pagano senza discutere, altri iniziano a scavare e scoprono particolari sorprendenti. È così che un dettaglio burocratico, spesso ignorato, ha iniziato a emergere con forza: la questione dell’omologazione degli autovelox.
Secondo quanto riportato da frangiventoauto.it, il problema non è nuovo, ma ora assume proporzioni allarmanti. La differenza tra dispositivi approvati e dispositivi omologati è diventata centrale. Molti apparecchi sulle strade italiane sembrano non avere i requisiti formali richiesti dalla legge, e questo potrebbe invalidare migliaia di sanzioni già notificate.
Cosa c’è dietro la valanga di notifiche
Tutto è partito da una sentenza della Cassazione che ha smosso le fondamenta del sistema. Un autovelox può essere approvato, ma se non è omologato secondo legge, le multe che genera sono nulle. Il fatto è che una gran parte dei dispositivi in funzione non ha mai completato quel secondo passaggio, e questo ha creato un vero terremoto tra i Comuni.
Il governo ha reagito istituendo un censimento dei dispositivi in uso. I numeri diffusi dall’Anci sono sconcertanti: il 60% degli autovelox fissi e il 67% di quelli mobili non risultano omologati. Alcuni sono troppo vecchi per essere adeguati, altri sono stati installati quando non esistevano ancora regole specifiche. Il rischio di valanghe di ricorsi è concreto.
Quando una multa può davvero essere strappata
Le sentenze più recenti confermano una tendenza chiara: in assenza di omologazione, il verbale non ha valore. Questo significa che, in certi casi, l’automobilista può anche rifiutarsi di ricevere la notifica, persino “stracciandola davanti al postino”. Una scelta estrema, ma che ha trovato riscontro in diversi episodi documentati.
Le circolari ministeriali cercano di attenuare il problema, ma i giudici sono sempre più netti. Il nuovo regolamento impone agli enti locali di dichiarare ufficialmente la regolarità di ogni apparecchio: chi non lo farà, vedrà invalidati i propri strumenti. Fino ad allora, però, il caos delle multe continua ad alimentare dubbi e contenziosi in tutta Italia.