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Maya, una popolazione enorme | Sovvertite tutte le teorie prese per buone fino ad ora: altro che piccolo villaggio

Maya

Sovvertite le teorie (depositphotos.com) - www.buildingcue.it

Immagine rinnovata dei Maya: una civiltà densa e ben organizzata, lontana dal mito di piccoli villaggi isolati.

Le sempre maggiori ed innovative tecnologie in materia di archeologia stanno radicalmente cambiando il nostro modo di comprendere le antiche civiltà.

Forniscono strumenti analitici sempre più raffinati, in grado di rivelare configurazioni territoriali, strutture infrastrutturali e sistemi socioeconomici rimasti nell’ombra della vegetazione o del suolo.

Negli ultimi anni, come a breve vedremo, l’uso di tecniche avanzate ha permesso di mettere in discussione teorie consolidate, rivelando quanto gruppi demografici precedentemente considerati marginali o con poca demografia, per l’appunto, in realtà avessero strutture politiche complesse, reti commerciali attive e insediamenti di notevole grandezza.

Un esempio significativo è quello della civiltà Maya, la cui pianificazione urbana e densità abitativa sono ora viste, grazie a queste scoperte, come comparabili in complessità e dimensione a quelle delle principali potenze del passato.

Le nuove evidenze

Un nuovo studio diffuso sul Journal of Archaeological Science e riportato da Libero ha cambiato profondamente il modo in cui si vedeva la popolazione e l’organizzazione spaziale dei Maya nelle regioni delle Basse Terre (comprendenti Guatemala, Messico meridionale e Belize occidentale) nel periodo compreso tra il 600 e il 900 d. C. Grazie all’utilizzo di dati LiDAR derivati da fonti sia pubbliche che private, inclusi rilevamenti effettuati dalla NASA, i ricercatori hanno calcolato una popolazione che varia dai 9,6 ai 16 milioni di persone, con un aumento del 45% rispetto a precedenti valutazioni.

La tecnologia LiDAR (acronimo di Light Detection and Ranging) ha facilitato l’analisi della folta vegetazione delle foreste tropicali, permettendo di creare modelli tridimensionali del paesaggio e di svelare strutture precedentemente non visibili. Il gruppo di ricerca guidato da Francisco Estrada-Belli ha unito questi dati con rilevamenti effettuati in Campeche e Quintana Roo e con analisi GIS del Middle American Research Institute. L’indagine ha coperto un’area di circa 95. 000 km², restituendo un’immagine chiara di insediamenti interconnessi.

Simboli Maya
Complessa e strutturata (depositphotos.com) – www.buildingcue.it

Valutazioni e scenari

Le indagini hanno rivelato 6. 674 edifici, inclusi centri civici e cerimoniali che supportavano un’area di 5 km di diametro, abitazioni e terreni disposti attorno a spazi pubblici, oltre a un sofisticato sistema agricolo con terrazze, condotti per il drenaggio, depositi e silos in pietra. Tale struttura suggerisce un dominio centralizzato sulla produzione e distribuzione del cibo, contrariando l’idea di città-stato autonome.

Come evidenzia anche Libero, le evidenze anteposte pongono domande sulla fattibilità di una popolazione così grande all’interno di un ecosistema delicato e forniscono nuove prospettive sul fenomeno del “crollo Maya”. Tale metodologia verrà presumibilmente estesa ad altre civiltà contemporanee, come Teotihuacan e Tikal, includendo studi isotopici e modelli climatici per ricostruire i meccanismi di approvvigionamento delle risorse e dei mezzi di sostentamento.