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L’INPS pronta a fare piangere gli italiani | ADDIO all’Assegno di inclusione: da giugno si chiudono i rubinetti

Illustrazione di una persona che piange (Pexels FOTO) - www.Buildingcue.it

Illustrazione di una persona che piange (Pexels FOTO) - www.Buildingcue.it

Purtroppo questa è una brutta notizia per tantissimi italiani. Alcuni non sanno davvero come fare, soprattutto dal prossimo mese in poi.

L’assegno di inclusione è un sostegno economico pensato per chi si trova in difficoltà, soprattutto famiglie con minori, persone disabili o over 60 senza reddito. È nato per sostituire il reddito di cittadinanza, ma con regole un po’ diverse e più mirate.

Per riceverlo bisogna avere un ISEE sotto una certa soglia (di solito intorno ai 9.360 euro) e rispettare altri requisiti legati al reddito familiare e alla residenza in Italia. Serve anche firmare un “patto di inclusione” con i servizi sociali, quindi non è solo un aiuto economico, ma un percorso.

L’importo varia in base alla composizione del nucleo familiare, ma può arrivare a diverse centinaia di euro al mese. In alcuni casi si può anche ottenere un’integrazione per l’affitto. Insomma, non fa miracoli, ma può dare un bel respiro.

Attenzione però: non è un assegno automatico. Va richiesto tramite INPS, spesso con l’aiuto di un CAF o patronato, e viene rinnovato periodicamente. Quindi un po’ di burocrazia c’è, ma per molti può fare davvero la differenza.

Cosa sta succedendo?

Arrivano notizie poco piacevoli per chi prende l’assegno di inclusione: da giugno 2025, per alcune persone, scatterà una sospensione. Ma niente panico. Non è una cancellazione definitiva, né un taglio improvviso. Si tratta più che altro di una “pausa tecnica”, diciamo così, prevista già dalla normativa. Un momento di stop, voluto dalla legge, che arriva dopo un certo periodo di tempo.

Questa sospensione tocca chi ha iniziato a ricevere il beneficio a gennaio 2024. In pratica, scadono i primi 18 mesi previsti per l’erogazione. Finito questo periodo, bisogna aspettare un mese prima di poter fare domanda per continuare a riceverlo. Una specie di “mese di respiro” burocratico. E anche se può sembrare un fastidio, è una procedura normale, già scritta nero su bianco. Nulla di strano, insomma.

Illustrazione del logo INPS (DepositPhoto FOTO) -  www.buildingcue.it
Illustrazione del logo INPS (DepositPhoto FOTO) – www.buildingcue.it

Come muoversi nel migliore dei modi

Durante quel mese di stop, l’INPS non paga l’assegno. Però, e questo è importante, dal mese successivo (cioè da luglio), si può tranquillamente fare una nuova richiesta. Se tutto fila liscio, i pagamenti ricominciano già da agosto. Nessuna corsa a ostacoli, ma serve fare attenzione. Ogni ciclo successivo dura 12 mesi e, anche stavolta, dopo ogni anno c’è sempre quel mese di sospensione. Un po’ noioso, sì, ma previsto dal regolamento.

Per continuare a riceverlo, ci sono alcuni passaggi obbligati: prima di tutto, aggiornare l’ISEE. L’INPS controlla ogni anno la situazione economica e se qualcosa cambia. Poi bisogna inviare una nuova domanda, o dal sito dell’INPS o affidandosi a un CAF o a un patronato.