Linea C della metropolitana di Roma: storia, ritardi e il traguardo del Colosseo
Con l’apertura delle nuove stazioni Porta Metronia e Colosseo/Fori Imperiali, la linea C della metropolitana di Roma compie un passo fondamentale dopo decenni di progettazione, ritardi e trasformazioni. Un’infrastruttura ambiziosa, complessa e profondamente intrecciata con la storia millenaria della città.
Origini del progetto: una visione lunga oltre trent’anni
L’idea di una terza linea metropolitana per Roma risale agli anni ’80, quando la crescita urbana e l’inefficienza delle due linee esistenti (A e B) imponevano una nuova infrastruttura capace di collegare aree periferiche al centro storico. La linea C venne concepita per attraversare la città da est a ovest, connettendo quartieri densamente abitati come Tor Bella Monaca, Centocelle, Alessandrino, Pigneto, Prati e Ottaviano.
Il progetto definitivo prese forma nei primi anni Duemila: la nuova linea sarebbe stata completamente automatizzata, senza conducente, e avrebbe avuto una lunghezza prevista di circa 25 chilometri per un totale di oltre 30 stazioni. L’obiettivo era duplice: alleggerire il traffico su strada e integrare zone finora escluse dal trasporto su ferro.
L’inizio dei lavori e le prime aperture
I cantieri della linea C furono aperti nel 2006, ma il primo tratto (da Monte Compatri-Pantano a Parco di Centocelle) entrò in funzione solo nel novembre 2014, con ben otto anni di ritardo rispetto alla tabella iniziale. Le cause principali furono:
- Problemi geologici legati alla natura del sottosuolo romano;
- Vincoli archeologici che hanno richiesto continue modifiche ai progetti e alle tecniche di scavo;
- Cambiamenti legislativi e rallentamenti nella gestione degli appalti;
- Carente pianificazione esecutiva nella fase preliminare.
Tra il 2014 e il 2018 sono entrate in funzione altre tratte fino a San Giovanni, che dal 2018 rappresenta un nodo di interscambio tra la linea C e la linea A. Quest’ultimo segmento, sebbene breve, ha richiesto anni di lavoro a causa della presenza di resti archeologici di grande valore.
Colosseo e Porta Metronia: le nuove fermate aperte nel 2025
Il 18 dicembre 2025 sono state finalmente aperte al pubblico le stazioni Porta Metronia e Colosseo/Fori Imperiali, aggiungendo circa un chilometro di linea al tracciato. Si tratta di un’estensione cruciale, non solo per il valore simbolico delle aree servite ma anche per l’impatto funzionale sul trasporto urbano.
Colosseo/Fori Imperiali rappresenta il nuovo capolinea temporaneo della linea C e permette l’interscambio diretto con la linea B. È la prima volta che la linea C raggiunge il cuore monumentale di Roma. La stazione è stata costruita nel sottosuolo adiacente all’area archeologica centrale e ha richiesto sofisticate operazioni di scavo e messa in sicurezza dei reperti. Alcuni di essi sono stati integrati nella stazione stessa, che si configura come una struttura musealizzata.
Porta Metronia, stazione intermedia tra San Giovanni e Colosseo, servirà un’area residenziale e istituzionale densa, migliorando sensibilmente i collegamenti verso sud. Anche qui sono stati documentati e conservati importanti ritrovamenti archeologici, tra cui tratti di antiche mura e sepolture.
Perché la linea C ha impiegato decenni a completarsi
Il ritardo della linea C è stato oggetto di inchieste, studi tecnici e riflessioni istituzionali. I fattori determinanti sono molteplici e intrecciati:
1. Complessità archeologica e vincoli di tutela
Il centro storico di Roma è una stratificazione continua di oltre due millenni di storia. Costruire una metropolitana in questo contesto significa affrontare scavi in zone sensibili, soggette a vincoli imposti dal Ministero della Cultura, dalle Soprintendenze archeologiche e da organismi internazionali.
Ogni intervento deve essere preceduto da indagini preventive, e ogni ritrovamento può comportare modifiche progettuali, rallentamenti e in certi casi la sospensione dei lavori. Questo ha reso la linea C una delle infrastrutture più complesse mai realizzate in Europa in ambito urbano.
2. Riorganizzazione degli appalti e governance instabile
La gestione del progetto ha subito frequenti modifiche. Il consorzio Metro C S.c.p.A., affidatario dell’opera, ha dovuto interfacciarsi con una governance frammentata: tra il Comune di Roma, Roma Metropolitane (la società pubblica incaricata della gestione tecnica), Ministeri e soggetti finanziatori.
Gli iter approvativi e le revisioni di spesa hanno generato tempi di attesa incompatibili con le esigenze costruttive. Inoltre, il blocco dei finanziamenti in alcune fasi ha comportato l’interruzione o il rallentamento dei lavori per mesi.
3. Modifiche progettuali in corso d’opera
Durante la realizzazione, il tracciato ha subito numerose modifiche, in particolare nel tratto centrale. La stazione Venezia, inizialmente prevista come nodo di grande importanza, è stata rinviata a data da destinarsi a causa delle difficoltà tecniche e archeologiche.
Anche la decisione di musealizzare alcune stazioni ha richiesto l’integrazione di percorsi espositivi, interventi di conservazione e collaborazione con esperti del patrimonio culturale, rendendo ogni stazione un caso progettuale unico.
Il futuro della linea C: da Venezia a Farnesina
Il traguardo raggiunto nel 2025 rappresenta solo una tappa. I lavori per il prolungamento verso nord-ovest sono già in corso. Le prossime stazioni previste sono:
- Piazza Venezia, con un nodo intermodale sotterraneo complesso;
- Chiesa Nuova, San Pietr, Ottaviano e Clodio/Mazzini, per raggiungere Prati;
- Infine, Farnesina, capolinea finale nei pressi del Ministero degli Esteri.
Questo tratto, noto come “tratta T2”, attraverserà zone ad altissima densità storica e monumentale, tra cui Piazza Venezia e l’area Vaticana. L’arrivo a San Pietro costituirà uno snodo cruciale per il turismo religioso e internazionale, mentre l’approdo a Farnesina favorirà la connessione con le sedi diplomatiche e ministeriali.
I lavori di scavo per Piazza Venezia sono in fase avanzata, mentre la stazione è stata concepita come un hub intermodale e culturale, con un museo sotterraneo permanente dedicato alla storia urbana della Capitale.
Impatto urbano e visione a lungo termine
La linea C è destinata a trasformare profondamente la mobilità urbana di Roma. Oltre a collegare aree periferiche e centrali, offre un modello di trasporto completamente automatizzato, basato su treni senza conducente, con controllo remoto, sicurezza avanzata e intermodalità.
Lungo il suo tracciato si è avviato anche un processo di riqualificazione urbanistica: piazze, aree verdi, parcheggi di scambio e nuove centralità urbane sono nati o sono in fase di completamento in corrispondenza delle stazioni.
Resta tuttavia il nodo critico della gestione ordinaria e della manutenzione, che richiederà investimenti strutturali costanti. Perché la linea C possa diventare una dorsale strategica della mobilità romana, servirà continuità gestionale, programmazione finanziaria e un’efficace integrazione con le altre reti ferroviarie urbane e suburbane.
Una metropolitana nel cuore di Roma antica
Costruire una metropolitana sotto Roma significa affrontare non solo sfide tecniche, ma anche culturali e simboliche. La linea C ha saputo unire ingegneria e archeologia, trasporto pubblico e valorizzazione del patrimonio, grazie a una progettazione adattiva e a un approccio multidisciplinare.
L’apertura delle stazioni Colosseo e Porta Metronia non è solo un progresso infrastrutturale: è la dimostrazione che una città antica può innovare senza rinunciare alla propria identità storica. Un passo ulteriore verso una capitale più connessa, efficiente e integrata con la propria storia millenaria.
