L’incantesimo degli antichi romani per sconfiggere i nemici | In soli 3 minuti avrai tutti ai tuoi piedi

Gli antichi romani avevano degli incantesimi che utilizzavano per diversi scopi. Ecco qual è il più incredibile. (Pixabay Foto) - buildingcue.it
Gli antichi romani avevano degli incantesimi che utilizzavano per diversi scopi. Ecco qual è il più incredibile.
Gli antichi Romani praticavano incantesimi per protezione, amore, salute e vendetta. Le formule magiche venivano recitate ad alta voce, accompagnate da gesti rituali, amuleti o offerte. La magia era parte integrante della vita quotidiana.
Tra gli incantesimi più diffusi c’erano quelli d’amore, usati per attrarre o legare una persona. Si impiegavano oggetti personali, statuette, candele e formule scritte su lamine di piombo. Alcuni rituali prevedevano l’interramento di oggetti magici.
La magia simpatica era basata sull’uso di oggetti appartenenti alla persona bersaglio: capelli, vestiti, unghie. L’idea era che agendo sull’oggetto si influenzasse il corpo o la mente del destinatario. Questi incantesimi venivano usati per maledizioni o guarigioni.
Gli incantesimi di protezione erano gesti come toccare la terra e sputarvi sopra, come racconta Varro. Si credeva che la terra potesse assorbire il male e restituire salute. Amuleti, formule e gesti apotropaici erano comuni tra contadini, soldati e madri, per difendere sé stessi e i cari. Come funzionava la magia?
La magia nell’Antica Roma
La magia romana era divisa in due categorie: simbolica e simpatica. La prima si basava su rappresentazioni e formule che evocavano ciò che si desiderava ottenere, come amore, successo o fertilità. La seconda agiva su oggetti legati alla persona bersaglio, per influenzarne il comportamento o la salute.
Gli incantesimi venivano scritti su lamine di piombo, sepolti in luoghi sacri o nascosti in casa. Alcuni rituali prevedevano l’uso di sangue animale, ceneri o erbe specifiche. Nonostante le condanne ufficiali, la magia era praticata da tutte le classi sociali in segreto. Come funziona?

La scoperta
Secondo quanto riportato da StoricaNationalGeographic, uno degli incantesimi più temuti e diffusi nell’antica Roma era quello per distruggere il nemico. Questo tipo di magia rientrava nelle cosiddette defixiones, ovvero maledizioni scritte su lamine di piombo, sepolte in luoghi sacri o in prossimità della casa della vittima. L’obiettivo era colpire la persona nel corpo, nella mente o nella reputazione. Le formule erano precise, spesso accompagnate da simboli, disegni e oggetti personali del bersaglio, come capelli o frammenti di vestiti.
Il rituale prevedeva anche gesti apotropaici e invocazioni notturne, in ambienti isolati. Alcuni testi riportano l’uso di statuette da trafiggere con aghi, rappresentanti il nemico in posizioni di sofferenza. L’efficacia dell’incantesimo dipendeva dalla precisione della formula e dalla forza dell’intento. Questi rituali non erano solo superstizione: riflettevano la volontà di controllo, vendetta e protezione in una società dove la giustizia ufficiale era lenta o inaccessibile. Le defixiones sono state ritrovate in numerosi siti archeologici, confermando la diffusione e la sistematicità di queste pratiche.