La scrittura è nata 10.000 anni fa | Questa scoperta archeologica riscrive tutto: una nuova storia da leggere

Scoperta archeologica (Canva foto) - www.buildingcue.it
Un reperto misterioso rinvenuto oggi apre nuove domande sull’origine delle narrazioni umane: la straordinaria scoperta.
Tra le pieghe della storia più antica si nascondono spesso indizi che, con il tempo, riemergono per sfidare ciò che credevamo di sapere. In diversi luoghi del mondo, reperti apparentemente ordinari hanno costretto gli studiosi a rivedere cronologie e certezze, riportando alla luce usi e simboli di comunità dimenticate.
Il sud-est dell’Anatolia è una di quelle aree dove il passato sembra non smettere mai di sorprendere. Qui, accanto a insediamenti già noti come Göbeklitepe, da decenni si susseguono scoperte che raccontano l’ingegno di popolazioni di cacciatori-raccoglitori, ancora lontane dall’agricoltura ma capaci di opere artistiche complesse.
In questo contesto, ogni nuova traccia diventa una finestra su un mondo che appare tanto distante quanto sofisticato. Non si tratta solo di strumenti o resti di vita quotidiana: spesso i reperti sembrano custodire memorie collettive, con significati che si spingono oltre il semplice utilizzo pratico.
L’idea che l’uomo, già in epoche remote, avesse trovato modi elaborati per comunicare oltre la parola orale non è nuova. Ma quando riaffiorano oggetti capaci di suggerire forme di narrazione simbolica, l’attenzione degli archeologi cresce e le interpretazioni si moltiplicano.
Un rinvenimento che sorprende gli studiosi
Durante gli scavi nel sito neolitico di Karahantepe, a pochi chilometri da Sanliurfa, è stato portato alla luce un vaso di pietra con tre statuette di animali al suo interno. Attorno a esso erano presenti anche pietre rotonde forate, bastoni e altri manufatti, accuratamente deposti in una capanna vicino all’edificio centrale del villaggio. Secondo l’archeologo turco Necmi Karul, non si tratta di una semplice sepoltura di oggetti, ma di una composizione costruita con l’intento di raccontare una storia.
Lo studioso spiega che l’insieme dei simboli e il loro ordine non possono essere casuali: “Questo racconta una storia. Rappresenta una memoria collettiva”, afferma. Pur ammettendo la difficoltà di interpretarne il significato, ipotizza che il cerchio di pietra simboleggiasse una soglia, un passaggio tra due spazi.
Il vaso che potrebbe riscrivere la storia
È proprio questo vaso, secondo Karul, a rappresentare una tappa fondamentale: non ancora scrittura, ma un precursore dei pittogrammi, perché “sono pezzi simbolici disposti in un ordine determinato, che raccontano una storia che si può leggere”. L’archeologo propone di candidarlo al programma Memoria del Mondo dell’Unesco, vista la sua importanza come testimonianza di una narrazione codificata.
Il sito di Karahantepe, ricco di altorilievi e sculture di animali, conferma così la capacità degli uomini del Neolitico di trasmettere concetti complessi attraverso simboli. Come ricorda Day Hospital, questa scoperta potrebbe cambiare la prospettiva su come l’umanità ha iniziato a conservare e condividere storie, molto prima della nascita della scrittura vera e propria.