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Il Politecnico di Milano entra nella top 100 del QS Ranking: è il miglior ateneo italiano del 2025

Per la prima volta un’università italiana entra nella Top 100 mondiale: il Politecnico di Milano conquista un posto nel QS Ranking.

Ogni anno, quando esce la classifica QS delle migliori università del mondo, si riaccende il solito dibattito: “ma l’università italiana com’è messa davvero?”. Ecco, la risposta non è mai semplicissima. Ci sono luci, ombre, e quella sensazione costante che potremmo fare di più, ma non ci riusciamo fino in fondo.

I ranking globali sono diventati una sorta di specchio per il nostro sistema accademico – forse troppo severo, forse troppo veritiero. Certo, ci sono atenei storici che continuano a reggere bene il confronto: Roma, Bologna, Padova, insomma, i “soliti noti”. Però la sensazione generale è che il sistema nel complesso sia… come dire? Discontinuo.

Ci sono punte d’eccellenza, ma anche tante realtà che faticano a stare a galla. E questo è un peccato, perché il potenziale non ci manca, anzi. Il punto è che non basta avere buoni professori o strutture decenti. Per emergere davvero, servono investimenti in ricerca, un’idea chiara su come attrarre studenti dall’estero, e un occhio attento ai risultati sul lavoro.

Invece si va un po’ a macchia di leopardo: un’università migliora, un’altra peggiora, un’altra ancora rimane ferma. E così ogni anno, lo stesso film. Eppure, quando arriva una notizia buona, di quelle vere, si capisce che la strada giusta esiste. Serve solo la volontà – e forse un pizzico di coraggio in più.

Un risultato che cambia le carte in tavola

Come riporta Il Sole 24 Ore, questa volta il colpo di scena lo firma il Politecnico di Milano, che fa un balzo clamoroso: scala 13 posizioni e per la prima volta entra tra le migliori 100 università del mondo. Esattamente all’87esimo posto, secondo il ranking QS 2026. Mai successo prima per un ateneo italiano. Un salto che pesa, eccome, considerando che le università analizzate sono più di 1.500 in tutto il pianeta.

L’Italia, con le sue 43 presenze in classifica, è la seconda nazione europea più rappresentata, subito dopo la Germania. Ma il quadro non è tutto rose e fiori. Solo 17 università migliorano il loro punteggio rispetto all’anno scorso, altrettante fanno un passo indietro. Il resto? Otto ferme e una new entry: Urbino, che debutta nella fascia 1201-1400. Dietro al PoliMi si confermano tra le migliori Roma Sapienza (ora 128esima), Bologna (138esima), Padova (233esima) e il Politecnico di Torino (246). Ah, e Trento finalmente entra nelle prime 500, salendo dalla posizione 506 alla 485.

Studentessa al Politecnico di Milano (Polimi – youtube screenshot) – www.buildingcue.it

Più reputazione, ma serve concretezza

Per quanto riguarda i parametri più “pesanti”, il Politecnico di Milano fa centro dove conta: nella reputazione tra i datori di lavoro è 72esimo al mondo. Non male, considerando che questo indica quanto un laureato viene considerato “pronto” per il lavoro. Anche la Sapienza tiene botta, arrivando 92esima nella voce sugli esiti occupazionali.

C’è poi la questione della ricerca scientifica, dove i risultati sono molto più altalenanti. Alcuni atenei volano – come il San Raffaele, addirittura 28esimo al mondo per citazioni per docente – altri invece scivolano indietro: Milano Bicocca, Firenze, Napoli Federico II. Non esattamente un buon segnale. Il problema è che l’eccellenza c’è, ma è troppo isolata. E come ha detto lo stesso Nunzio Quacquarelli di QS, se non si riesce a far sistema, questi exploit rischiano di restare solo episodi.

Published by
Furio Lucchesi