Il Ministero Schillaci vieta il caffè agli italiani | Allerta appena diramata: se lo bevi vai in ospedale

Vietato il caffè (Canva FOTO) - buildingcue.it
L’allerta è stata diramata, questo specifico caffè non va assolutamente bevuto, altrimenti le conseguenze possono essere spiacevoli.
Il caffè è una delle abitudini quotidiane più diffuse, tanto che per molti rappresenta un vero e proprio rito. Dietro l’aroma intenso e la carica di energia, però, si nasconde anche un lato meno conosciuto.
La caffeina è una sostanza psicoattiva, e come tutte le sostanze di questo tipo, può avere effetti collaterali se assunta in eccesso o da chi è particolarmente sensibile.
Tra i principali rischi legati al consumo eccessivo ci sono l’insonnia, l’irrequietezza, l’aumento del battito cardiaco e una certa agitazione generale. In alcuni casi si può sviluppare una vera dipendenza, con sintomi da astinenza come mal di testa o stanchezza quando si prova a smettere.
Anche l’apparato digerente può risentire dell’effetto del caffè: a stomaco vuoto può accentuare gastriti, reflusso e irritazioni. Nei soggetti con pressione alta, inoltre, l’effetto vasocostrittore della caffeina può rappresentare un fattore di rischio da monitorare, soprattutto se si superano le dosi consigliate.
Una sorpresa…in negativo
Ci sono notizie che ti spiazzano, tipo quando scopri che un prodotto così comune e rassicurante come il caffè finisce nella lista dei ritirati per motivi di sicurezza. Eppure è successo davvero. Come riportato da FanPage, un lotto di caffè macinato a marchio Happy Dì, venduto nei supermercati del gruppo Selex (come Famila e A&O), è stato richiamato ufficialmente dal Ministero della Salute. Motivo? Rischio chimico.
Non si tratta di un generico avviso precauzionale, ma di una comunicazione ben precisa, pubblicata sul portale del Ministero il 26 giugno 2025. Il problema riguarda il lotto B26A, confezione da 250 grammi, con data di scadenza fissata al 26 febbraio 2027. Chi ha acquistato quel prodotto è stato invitato a non consumarlo e a riportarlo al punto vendita per il rimborso o la sostituzione.
Cosa bisogna sapere
Come riportato da FanPage, a rendere necessario il ritiro è stata la presenza, oltre i limiti consentiti, di ocratossina A, una micotossina prodotta da alcune muffe come Aspergillus e Penicillium. E’ una sostanza che, nel tempo, risulta essere potenzialmente cancerogena. Non è raro che se ne trovi traccia in prodotti come cereali, caffè o frutta secca, ma ci sono soglie da non superare.
Anche se si tratta di un pericolo “invisibile”, l’ocratossina A è tenuta sotto stretto controllo dalle autorità sanitarie europee proprio per i suoi effetti tossici. Il Ministero, l’azienda produttrice e il supermercato che lo distribuisce hanno agito in modo rapido e trasparente, secondo la legge, pubblicando l’allerta e invitando i consumatori alla prudenza.