Illustrazione di un parco eolico (Canva FOTO) - buildingcue.it
Il Marocco investe sulle rinnovabili, e sarà la prima nazione africana a presentare e a costruire un parco offshore.
Il Marocco si aggiudica un primato: sarà il primo Paese africano a realizzare un parco eolico offshore. La sorpresa è arrivata durante una conferenza ONU a Nizza, dove è stato annunciato un progetto da 1 GW al largo di Essaouira, sulla costa atlantica. Lì, in quella che viene chiamata la “città ventosa del Marocco”, o semplicemente “la città del vento”, le condizioni con venti costanti sui 11 m/s sembrano perfette, soprattutto grazie all’aria che sale dal Sahara.
Il progetto è sostenuto dalla Blue Mediterranean Partnership, un fondo varato dall’Unione per il Mediterraneo, che riunisce 43 Stati. L’obiettivo? Dare slancio alla cosiddetta economia blu, ovvero sfruttare le risorse marine in modo sostenibile, un po’ come si fa con quella verde a terra.
Nel 2024 il Marocco ha annunciato uno studio di fattibilità finanziato con un prestito da 2,1 milioni di dollari della BEI, guidato dall’Agenzia marocchina per le energie rinnovabili. Di recente, il Paese ha già raggiunto una capacità di 2,4 GW da impianti eolici onshore, e vuole arrivare al 52% di energia rinnovabile nel mix elettrico entro il 2030 (Fonte: Global Construction Review).
Secondo la Banca Mondiale, il potenziale eolico offshore del Marocco è semplicemente gigantesco: fino a 200 GW sfruttando l’intera costa, lunga quasi 3.500 km. Un’occasione da non perdere, insomma.
Questa iniziativa rappresenta un passo avanti incredibile per l’Africa: mai prima d’ora un Paese del continente aveva presentato un parco eolico offshore così ambizioso. Il sito scelto, vicino a Essaouira, non è casuale: è conosciuto proprio per i venti costanti e potenti, perfetti per alimentare turbine eoliche giganti.
L’iniziativa è incardinata nella Blue Mediterranean Partnership, finanziata da donatori europei come Spagna (8,5 milioni), Svezia, Germania e UE. I tre progetti iniziali coprono Marocco (eolico offshore), Giordania (restauro della barriera corallina) ed Egitto (trattamento acque reflue). Nel complesso, la Partnership ha mobilitato più di 500 milioni di euro per oltre 250 progetti nella regione da quando è stata istituita nel 2015 (Fonte: Unione per il Mediterraneo/UFM).
Il parco offshore prevede una capacità iniziale di 1 GW e l’avvio dei lavori entro il 2029. Essaouira, ribattezzata “la città del vento”, garantisce venti intorno agli 11 m/s–proprio la velocità ideale per queste turbine, grazie soprattutto all’effetto combinato dell’Atlantico e dell’aria che sale dal Sahara (Global Construction Review). L’investimento non si limita all’energia: il programma integra progetti ambientali e sociali.
In Giordania, per esempio, è previsto il restauro di una barriera corallina e la costruzione di un sistema di stoccaggio energetico termico. In Egitto, un impianto di trattamento acque a Est del Cairo tratterà fino a 300.000 m³ al giorno per 1,5 milioni di persone, migliorando la qualità dell’acqua e riducendo i livelli di inquinamento (Global Construction Review). Nel complesso, il partenariato Blu ha mobilitato oltre 500 milioni di euro per progetti di economia blu, puntando su energie rinnovabili, turismo sostenibile, biodiversità marina, economia circolare e occupazione “blu”. Un modello collaborativo tra pubblico, privato e società civile che punta a fare del Mediterraneo un laboratorio di sviluppo sostenibile (Global Construction Review).