È tornata la truffa dell’ISEE, non compariva da diversi anni | Se ti arriva questo SMS, segnalalo alla Polizia Postale: ti svuotano il conto in 1 secondo

Illustrazione di un modello 730 (Canva FOTO) - buildingcue.it
Se ti arriva questo SMS, meglio avvertire le autorità locali. Si tratta di una vera e propria truffa, anche molto conosciuta.
Le truffe via SMS sono diventate una delle frodi digitali più comuni. Arrivano come messaggi apparentemente ufficiali, che imitano banche, corrieri o enti pubblici, e spingono a cliccare su link o a fornire dati personali.
La loro forza sta nella velocità e nella somiglianza con comunicazioni autentiche. Spesso il testo fa leva su urgenza o paura: un pacco da sbloccare, un pagamento sospeso, un conto bloccato.
Questi stratagemmi mirano a far reagire d’impulso, inducendo a fornire codici o password senza riflettere. Dietro questi messaggi ci sono reti criminali che usano siti falsi, numeri mascherati e tecniche di phishing per rubare denaro o identità digitali.
I danni possono andare da addebiti non autorizzati al furto di credenziali bancarie. Per difendersi è fondamentale non cliccare su link sospetti, non fornire informazioni riservate e segnalare subito il messaggio alla propria banca o alla Polizia Postale.
Una truffa molto vecchia
Gli sms che arrivano all’improvviso sul telefono spesso sembrano banali notifiche, eppure possono nascondere insidie piuttosto serie. Tra i raggiri più fastidiosi c’è quello che finge di essere un avviso ufficiale legato a servizi fiscali o assistenziali. Il messaggio, a prima vista, sembra credibile: un nome rassicurante, toni quasi burocratici, un invito a “completare una procedura urgente”. È proprio su questa apparenza che i truffatori fanno leva, sapendo che molti reagiscono d’istinto.
La trappola si rivela quando si segue l’indicazione di richiamare un numero o di fornire informazioni riservate. Dietro c’è un meccanismo ben collaudato che punta a svuotare il credito telefonico o a carpire dati personali. Una manciata di minuti può bastare per trovarsi con costi imprevisti o, peggio, con identità e conti a rischio.
Cosa succede realmente?
Un esempio concreto arriva da una segnalazione riportata da Qdpnews: diversi utenti hanno ricevuto un sms da un presunto “CAF – centro assistenza formativa”. Il testo invita a chiamare un numero con prefissi come 899, 893 o 895, tutti a tariffa maggiorata. L’obiettivo è semplice ma insidioso: prolungare la conversazione il più possibile per far lievitare la spesa telefonica, con addebiti che possono diventare pesanti.
Gli indizi per riconoscere il raggiro non mancano. L’intestazione del messaggio non corrisponde a nessun CAF reale, il linguaggio è spesso poco curato e mancano riferimenti ufficiali verificabili. Le autorità, tra cui la Polizia Postale, raccomandano di non richiamare mai questi numeri e di segnalare subito il tentativo di frode.