Nuove frontiere (depositphotos.com) -www.buildingcue.it
Lib Work dal Giappone sperimenta la costruzione di case stampate in 3D usando la terra: soluzioni sostenibili e resistenti ai terremoti.
Per secoli, l’essere umano ha creato i propri spazi abitativi utilizzando quanto offerto dalla natura: terra, legno, pietra e fibre vegetali.
Con la rivoluzione industriale, il cemento e l’acciaio sono diventati materiali predominanti, facilitando la costruzione di edifici ed opere infrastrutturali imponenti; tuttavia, ciò ha comportato un costo elevato in termini di emissioni di CO2 ed ulteriori effetti sull’ambiente.
Oggi, di fronte alla necessità di contenere significativamente l’impatto ecologico dell’industria edilizia, la quale è secondo l’ONU di circa il 40% delle emissioni globali, la ricerca guarda al passato per trovare soluzioni innovative. Tecnologie moderne come la stampa 3D si intrecciano in questo caso con l’antica tradizione dell’argilla, creando opportunità per concepire la casa sostenibile del futuro.
In questo contesto si colloca l’esperimento giapponese di Lib Work, riportato da Tom’s Hardware, che propone case stampate in 3D non con cemento, ma con terra, calce e fibre naturali.
Come menzionato da Tom’s Hardware, la compagnia giapponese Lib Work ha ideato il metodo Lib Earth House Construction, il quale sfrutta la stampa 3D per costruire abitazioni utilizzando una miscela composta per il 65% da terra e sabbia, insieme a calce spenta e fibre naturali. Il risultato è simile alla tecnica antica del wattle and daub, risalente a 6. 000 anni fa. Quello che sorprende è che queste nuove costruzioni hanno ottenuto il massimo livello di resistenza sismica, ovvero il grado 3, in Giappone, paese ben consapevole dei pericoli legati ai terremoti.
Secondo la fonte, realizzare una casa tradizionale in cemento genera in media 45. 000 kg di emissioni di CO2, mentre una casa Lib Earth ne produce meno della metà, circa 22. 400 kg. Ciò rende la proposta particolarmente attraente, soprattutto in un settore che deve affrontare urgentemente la sfida della decarbonizzazione. L’International Energy Agency sottolinea inoltre che proprio l’uso del cemento è una delle principali fonti di emissioni globali; scegliere materiali naturali sarebbe sicuramente una delle strategie più efficaci per limitare il problema a livello globale.
Un altro aspetto rivoluzionario, secondo Tom’s, è la libertà creativa offerta dalla stampa 3D: forme curve, strutture complesse e design su misura diventano realizzabili senza requisiti economici eccessivi. Lib Work ha già presentato due proposte: la prima, una piccola capanna, e la secondo, la Lib Earth Model B, progettata come insieme abitativo più complesso e simile a una moderna casa.
Certamente non mancano delle sfide da affrontare, secondo la fonte: la resistenza delle strutture nel lungo periodo, l’adattamento della tecnologia per complessi abitativi su larga scala e l’accettazione culturale del vivere in case realizzate con “terra stampata”. Tuttavia, esperienze analoghe in Europa, come i progetti di case in terra cruda stampate in 3D sviluppati in Italia e nei Paesi Bassi (riportati da Dezeen e ArchDaily), evidenziano che l’interesse per questo approccio sta crescendo notevolmente.