Dopo 3000 anni, riaffiora intatta una scatola con simboli contro il malocchio | Al suo interno una testimonianza incredibile: anche a quei tempi l’estetica veniva prima di tutto

Simboli misteriosi (commons.wikimedia.org/Dorieo) - www.buildingcue.it
Rinvenuta una scatola di 3. 000 anni fa con simboli apotropaici: la connessione tra bellezza, protezione e spiritualità.
La storia, a volte, riaffiora con ritrovamenti sorprendenti grazie al loro stato di conservazione e alla loro capacità di restituirci le vite di epoche passate, rendendo possibile uno sguardo diretto su mondi che reputavamo perduti.
Oggetti rimasti nascosti per millenni emergono nuovamente dall’ombra, offrendo prove tangibili non solo riguardo a usanze quotidiane e tecniche artigianali, ma anche su metodologie, conoscenze e sistemi di scambio tipici delle civiltà antiche.
Tali artefatti svelano particolari riguardanti le strutture sociali, il significato del simbolismo e l’interazione tra vita materiale e sfera spirituale.
Anche oggetti di dimensioni ridotte possono contenere una visione intricata del mondo, dove l’utilità pratica si mescola con significati significativi, religiosi e culturali, diventando importanti testimoni delle relazioni tra gli individui, le comunità e l’universo simbolico.
Tra estetica e credenze
Come riportano Everyeye e Live Science, nel sito archeologico di Tepe Chalow, nella regione settentrionale del Khorasan in Iran, è stata scoperta una scatola per cosmetici datata circa 3. 000 anni fa, conservata in modo eccezionale, all’interno di una sepoltura con gioielli e altri oggetti funerari. Costruita in pietra clorite, la scatola presenta disegni geometrici e simboli che, secondo gli studiosi, avevano una funzione apotropaica, ossia erano destinati a difendere contro il malocchio. Queste decorazioni, comuni in molte antiche culture, erano ritenute strumenti per allontanare le energie negative e garantire protezione, in particolare durante momenti di transizione come quello verso l’aldilà.
All’interno del manufatto sono state scoperte tracce di pigmenti minerali, presumibilmente utilizzati per il trucco di occhi e viso. Analisi preliminari hanno rivelato la presenza di malachite e galena, materiali comuni nelle antiche civiltà mediorientali, utilizzati sia per motivi estetici che per proteggere la pelle e gli occhi dall’intensa luce solare. Un legame, questo, tra bellezza e funzione protettiva che sottolinea la connessione tra la cura del corpo e le pratiche rituali, approccio assolutamente tipico anche dei tempi moderni.
Nuove informazioni e conoscenze
La scoperta fornisce nuove informazioni sulla società dell’età del Bronzo che operava in quest’area, una cultura che manteneva intensi scambi commerciali con regioni vicine e che si distingue per l’elevata artigianalità e l’apprezzamento estetico. L’attenzione ai dettagli e l’integrazione di simbolismo e funzionalità rivelano un approccio sofisticato agli oggetti ornamentali, e che hanno ispirato artigiani anche delle epoche successive.
Gli esperti di Live science evidenziano che reperti di questo genere costituiscono fonti preziose per l’analisi delle credenze e delle priorità sociali dell’epoca, ma non solo. Il legame tra bellezza, protezione e identità personale indica quanto l’estetica avesse un’importanza centrale non solo nella vita quotidiana, ma anche nelle concezioni spirituali relative alla morte.