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Dopo 100 anni dal suo ritrovamento, questo oggetto dell’antico Egitto fa ancora discutere | Riemerso dopo 5000 anni risulta essere ancora un mistero esoterico

Disco di Sabu

Un mistero! (Martin1833/commons.wikimedia.org) -www.buildingcue.it

Archeologia: reperto di 5000 anni fa scoperto a Saqqara. Un enigma per studiosi e appassionati tra arte, spiritualità e mistero.

Giusto qualche riga fa parlavamo dell’Egitto. Nel suo antico deserto, la storia continua a narrarci racconti che combinano creatività, simbolismo e mistero rispetto a questa civiltà.

Di norma, numerosi reperti archeologici rappresentano in modo chiaro e senza troppi dubbi aspetti della vita quotidiana e dei rituali di un popolo straordinario; tuttavia, vi sono anche reperti che, anche dopo millenni, sfuggono a ogni interpretazione definitiva.

Alcuni oggetti superano il tempo, non solo in trermini di età ma anche per i misteri che contengono, fungendo da collegamento tra la conoscenza storica e le emozioni esoteriche.

Quello di cui parleremo è proprio l’esempio perfetto: scoperto quasi un secolo fa, continua ad alimentare oggi come allora congetture e discussioni tra esperti e entusiasti di enigmi archeologici.

L’oggetto del mistero

L’analisi è stata lanciata e dettagliata da Focus: il Disco di Sabu fu scoperto nel 1936, quando l’egittologo britannico Walter Emery rinvenne la tomba di Sabu, importante ufficiale della I dinastia egizia (3100-2900 a. C. ), nella necropoli di Saqqara, sito funerario dell’antica capitale Menfi. Dentro la mastaba, già depredato di gioielli e metalli preziosi, erano ancora presenti il corpo del defunto, vasi di pietra e ceramica, strumenti in rame e selce, resti di animali e, quasi per incanto, questo oggetto, destinato a diventare mistero millenario.

Costruito a partire da frammenti, il reperto appare come un vaso in metasiltite — un tipo di roccia sedimentaria fine, parzialmente trasformata — con diametro di 61 cm e un’altezza di appena 10. La caratteristica distintiva è nella forma, con tre esili ali arcuateche, dal bordo, danno vita a un profilo simile a un volante, un’elica o una copertura di ruota contemporanea. Per via della delicatezza del materiale e della difficoltà del design, risulta impressionante per il periodo in cui è stata realizzato.

Sabu ricostruzione disco
Il suo diametro (Gretarssion/commons.wikimedia.org) – www.buildingcue.it

Teorie e (supposto) esoterismo

Nel corso del tempo, l’oggetto, esposto al Museo Egizio, ha suscitato varie teorie, secondo Focus: alcune piuttosto fantasiose, lo considerano parte di macchine idrauliche o addirittura di origine aliena; altre più realistiche, lo vedono come recipiente rituale per oli o cibi, collocato nella tomba come offerta per l’aldilà. Le analisi più recenti, fondate su confronti tipologici e contesti affini, sembrano avvalorare questa ultima ipotesi, senza tuttavia escludere scenari alternativi.

Insomma: a quasi novant’anni dalla sua scoperta e dopo cinquemila anni dalla sua realizzazione, il Disco di Sabu continua a rimanere un oggetto affascinante, che unisce abilità artigianale, simbolismo religioso e mistero. Indubbiamente, è uno dei reperti più affascinanti dell’Antico Egitto, in grado di stimolare l’immaginazione e la curiosità scientifica.