Credits: Columbia Gorge Hotel sito ufficiale
Un hotel leggendario tra cascate e presidenti: la storia nascosta dietro una perla dell’Oregon.
Nel cuore dell’Oregon, affacciato sulle scogliere che dominano il Columbia River, si trova un luogo capace di racchiudere in sé oltre un secolo di storia, personaggi illustri e architettura visionaria. Il Columbia Gorge Hotel è certamente un edificio elegante immerso nella natura ma è anche un testimone vivente dell’evoluzione del turismo americano e del sogno di un imprenditore che ha saputo vedere lontano.
La storia di questa proprietà ha origini ben più antiche dell’hotel stesso. Il sito, menzionato nei diari di Lewis e Clark, fu sede di un mulino a metà Ottocento. Qui si producevano doghe per botti da whiskey, trasportate a dorso di mulo lungo la gola del Columbia. Ma è solo all’inizio del Novecento che la visione turistica prende forma, quando il pioniere locale Robert Rand costruisce il primo albergo della zona, chiamato “Wau Gwin Gwin”, dal nome della cascata di 63 metri che scende accanto alla struttura.
Con soli venti posti letto, l’hotel di Rand attira visitatori in cerca di quiete e panorami spettacolari. Tuttavia, la svolta definitiva arriva nel 1920, quando l’imprenditore e filantropo Simon Benson acquista la proprietà e la trasforma radicalmente, gettando le basi per quello che sarebbe diventato un simbolo dell’hospitality americana.
“Abbiamo costruito buone strade, ma non abbiamo fatto nulla per accogliere chi arriva,” affermava Benson nel 1921. Da questa intuizione nacque il Columbia Gorge Hotel, pensato come un’oasi per viaggiatori lungo la neonata Columbia River Highway. Un progetto ambizioso, completato in meno di un anno, con la collaborazione di artigiani italiani e architetti di fama.
Quando aprì ufficialmente le porte il 21 giugno 1921, il “Hotel Benson”, come si chiamava allora, fu accolto con una sontuosa inaugurazione. Ben presto divenne una meta ambita da figure politiche e star di Hollywood: Franklin D. Roosevelt, Calvin Coolidge, Shirley Temple, Myrna Loy e Clara Bow sono solo alcuni dei nomi illustri che hanno calcato i suoi corridoi. Si dice addirittura che Rudolph Valentino lo frequentasse come rifugio segreto, al punto che oggi il bar dell’hotel porta il suo nome: Valentino Lounge.
L’edificio, progettato dall’architetto Morris H. Whitehouse, fu decorato con dettagli raffinati e soluzioni sorprendenti: le travi “in legno” visibili ancora oggi nelle sale comuni sono in realtà realizzate in gesso, frutto del lavoro coordinato di cinque artigiani. Il sogno di Benson, soprannominato il “Waldorf dell’Ovest”, divenne realtà.
Come molte grandi strutture del suo tempo, anche il Columbia Gorge Hotel ha attraversato periodi difficili. Durante la Grande Depressione perse il suo splendore e, nel 1952, fu acquistato dai Neighbors of Woodcraft per essere convertito in casa di riposo. Solo nel 1977 iniziò un lungo processo di restauro che, tra alti e bassi, ha riportato l’hotel al suo antico fascino.
Oggi, con 40 camere e una vista mozzafiato sul fiume e la cascata, il Columbia Gorge Hotel è tornato ad accogliere viaggiatori da tutto il mondo. Il ristorante Simon’s Cliffhouse propone una cucina premiata, mentre l’edificio conserva l’anima elegante di un’epoca passata. In un mondo che cambia rapidamente, questo hotel continua a essere un rifugio sospeso nel tempo, dove la storia e il paesaggio si incontrano in perfetta armonia.