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Codice della Strada, se vedi il cartello di “Divieto di sosta” fuggi a più non posso | Se ci parcheggi davanti ti arrestano: è reato per la Cassazione

Divieto di sosta

Divieto di sosta arresto (Canva foto) - www.buildingcue.it

Il divieto di sosta non è più solo una violazione amministrativa: una sentenza della Cassazione cambia tutto.

Tra stress da vacanza e traffico infernale, in molti pensano che fermarsi “giusto un attimo” davanti a un divieto di sosta non possa fare danni. L’estate, poi, rende tutti più leggeri: si cerca uno spiraglio dove lasciare l’auto, si chiude un occhio su regole che sembrano esagerate.

In molte città e località balneari, trovare un posto è quasi un terno al lotto. E così, spesso, si parcheggia dove non si dovrebbe, sperando di cavarsela con una multa. Ma la realtà ha preso una piega diversa. Oggi, fermarsi in zona vietata non è più un semplice errore. Le regole stanno cambiando e chi guida dovrà farci i conti, in modo molto più serio di quanto si pensasse finora.

Questo nuovo approccio al Codice della Strada nasce da una necessità concreta: fermare comportamenti che, seppur all’apparenza banali, mettono a rischio la sicurezza altrui. Un’auto lasciata male può ostacolare la visuale, costringere a manovre pericolose, o diventare l’innesco di un incidente. E quando questo accade, la responsabilità non è più solo una questione morale, ma diventa giuridica.

Molti automobilisti ancora non lo sanno, ma un divieto di sosta ha una funzione precisa e molto concreta.

La sentenza che cambia le regole del gioco

Come ha spiegato Trading.it, la Corte di Cassazione ha chiarito con fermezza la portata della sua nuova posizione. In una sentenza recente, ha stabilito che parcheggiare in divieto di sosta può diventare un reato. Sì, un reato. Non solo una sanzione o una multa, ma una responsabilità penale in piena regola, se da quella sosta irregolare deriva un incidente. È il giudice, in questi casi, a valutare se il cartello violato aveva una funzione di protezione e prevenzione.

Tutto parte da un episodio avvenuto in estate, in una località di mare. Un uomo ha parcheggiato il proprio scooter in una zona vietata, sottovalutando il rischio. Una ciclista, per evitarlo, ha dovuto spostarsi improvvisamente ed è stata travolta da un’Ape Piaggio. Le lesioni riportate sono state gravi e la Cassazione ha stabilito che chi ha lasciato il veicolo in quel punto ha concorso alla causa dell’incidente, portando quindi una responsabilità penale.

Divieto di sosta
Divieto di sosta cartello stradale (Canva foto) – www.buildingcue.it

Parcheggiare male può costare davvero caro

La Corte ha precisato che il cartello stradale non è un dettaglio decorativo: serve a proteggere. Se ignorarlo significa creare un rischio per gli altri, la legge non fa sconti. Il giudice deve verificare se il divieto era stato posizionato per prevenire pericoli specifici. In quel caso, chi lo infrange può essere chiamato a rispondere penalmente per le conseguenze, anche se indirette.

Ora chi lascia un veicolo in sosta vietata si espone a rischi pesanti, soprattutto se da quella scelta deriva un incidente. Parcheggiare dove non si può può costare la fedina penale.