Cina avvia la più grande diga idroelettrica al mondo sul fiume Yarlung Tsangpo in Tibet

Un progetto colossale (depositphotos.com) - www.buildingcue.it
La Cina inizia in Tibet la costruzione della diga idroelettrica più grande del pianeta, in un contesto di forti tensioni geopolitiche.
Le grandi costruzioni idrauliche hanno sempre lasciato un segno significativo nella storia delle civiltà, dalla Mesopotamia fino ai moderni centri industriali.
Realizzare dighe significa indubbiamente dominare l’acqua ma rappresenta anche un elemento delicato e fondamentale per milioni di individui. Nel XXI secolo, queste costruzioni sono infatti anche strumenti di forte influenza geopolitica e manifestazioni di autorità.
La Cina, leader nel settore, ha lanciato un’iniziativa che mira a stabilire un nuovo record: la costruzione della diga più grande al mondo sul fiume Yarlung Tsangpo,
La Cina, leader nel settore delle opere idroelettriche, ha lanciato un’iniziativa che mira a stabilire un nuovo record: la costruzione della diga più grande al mondo sul fiume Yarlung Tsangpo, in Tibet.
Un’ iniziativa che da un lato sostiene la trasformazione energetica della nazione; dall’altro solleva importanti questioni ambientali, sociali e diplomatiche.
Il “progetto del secolo”
Secondo quanto riportato dal Guardian, il premier cinese Li Qiang ha dichiarato l’inizio ufficiale dei lavori, definendolo il “progetto del secolo“. La mega diga sarà costruita lungo il tratto inferiore del fiume Yarlung Tsangpo, uno dei corsi d’acqua più spettacolari del pianeta, con una caduta di 2. 000 metri in soli 50 chilometri all’interno di una gola a forma di U. L’impianto comprenderà cinque centrali idroelettriche a cascata, con una produzione annuale stimata di 300 milioni di megawattora.
Giusto per fare un confronto, la famosa Diga delle Tre Gole – finora simbolo dell’ingegneria idraulica cinese – genera 88,2 milioni di MWh, con un costo totale di circa 254 miliardi di yuan. Al contrario, il nuovo progetto richiederà un investimento di 1. 200 miliardi di yuan (124 miliardi di sterline). Ciò detto, il progetto fa parte del piano ambizioso di Pechino per aumentare notevolmente le risorse rinnovabili, con l’intento di abbattere le emissioni di carbonio e stabilizzare il sistema energetico nazionale.
Le reazioni internazionali
Secondo il Guardian, India e Bangladesh avrebbero espresso preoccupazione sul fatto che l’acqua possa essere trattenuta o deviata, con potenziali conseguenze disastrose per milioni di abitanti a valle. Esperti intervistati dalla BBC avrebbero infatti affermato che Pechino potrebbe “utilizzare l’acqua come strumento geopolitico“, mettendo a rischio la sicurezza idrica dei paesi vicini. Oltre alle tensioni in ambito geopolitico, immancabili le critiche di tipo ambientale e sociale: organizzazioni tibetane hanno segnalato sia la presenza di siti sacri lungo il fiume quanto la mancanza di trasparenza riguardo al possibile sfollamento delle comunità locali. Non aiutano certamente le esperienze passate ad arginare i timori: la costruzione della Diga delle Tre Gole comportò infatti lo spostamento forzato di circa 1,5 milioni di persone.
Dal canto suo, il governo cinese respinge tali accuse, evidenziando piuttosto i benefici economici, la creazione di nuovi posti di lavoro e l’aumento della produzione energetica pulita. “È fondamentale garantire la conservazione ecologica per prevenire danni ambientali”, avrebbe affermato Li Qiang. Ma tra promesse di sostenibilità e ombre di conflitto, la diga dello Yarlung Tsangpo potrebbe tanto tracciare la direzione futura della Cina quanto sconvolgere i già delicati equilibri delicati dell’Asia meridionale.