Home » Trending News » Cassazione, la nuova sentenza è incredibile | Il datore di lavoro deve darti un botto di soldi: ti stanno ammazzando di stress

Cassazione, la nuova sentenza è incredibile | Il datore di lavoro deve darti un botto di soldi: ti stanno ammazzando di stress

Stress

Risarcimento per stress sul lavoro (Canva foto) - www.buildingcue.it

Cassazione, la nuova sentenza rivoluziona il concetto di stress lavorativo: adesso ti spetta un risarcimento.

Le aziende hanno sempre avuto il dovere di proteggere i propri dipendenti. Ma finora, questo dovere è stato interpretato in modo spesso restrittivo, come se la tutela della salute fosse limitata ai pericoli fisici. Oggi, invece, si inizia a riconoscere che anche il clima emotivo e relazionale di un ufficio può rappresentare un rischio serio.

C’è chi, per anni, ha sopportato in silenzio, ignorando i segnali del proprio corpo e della propria mente. Mal di testa costanti, insonnia, difficoltà di concentrazione. Si pensava fosse normale: “fa parte del lavoro”.

Eppure, qualcosa è cambiato. Un cambiamento che parte da un’aula giudiziaria e potrebbe arrivare fin dentro gli open space e le riunioni settimanali.

Perché la questione non è solo giuridica, è culturale. Riconoscere il diritto a un ambiente sereno significa ridefinire il concetto stesso di benessere sul lavoro. E chi non lo garantisce, oggi, può essere chiamato a risponderne.

Quando lo stress sul lavoro diventa un danno risarcibile

Con la sentenza n. 123 del 4 gennaio 2025, la Corte di Cassazione ha stabilito che il datore di lavoro può essere tenuto a risarcire i danni causati da un ambiente stressante, anche in assenza di un vero e proprio mobbing. Secondo quanto evidenziato nel caso esaminato, condotte anche isolate – purché stressogene – sono sufficienti a ledere la salute del lavoratore e a far scattare la responsabilità dell’azienda.

La pronuncia prende spunto dal caso di un’avvocatessa impiegata presso l’Azienda Servizi Sociali di Bolzano, sottoposta a continue pressioni e atteggiamenti pretestuosi da parte del direttore generale. I giudici hanno riconosciuto un danno biologico, considerando che simili comportamenti, pur non essendo reiterati in modo sistematico, avevano prodotto effetti lesivi sull’equilibrio psico-fisico della dipendente. Come spiega Brocardi, tali condotte integrano lo “straining”, cioè una forma attenuata di mobbing, che giustifica comunque una pretesa risarcitoria ai sensi dell’art. 2087 c.c.

Stress
Stress sul lavoro risarcimento (Canva foto) – www.buildingcue.it

La responsabilità del datore si estende oltre gli infortuni fisici

La sentenza chiarisce che il datore di lavoro ha l’obbligo non solo di astenersi da comportamenti dannosi, ma anche di impedire situazioni di rischio psichico nell’ambiente lavorativo. In altre parole, è tenuto a preservare la salute mentale del dipendente, adottando tutte le misure necessarie per ristabilire un clima sereno, soprattutto quando emergono segnali di conflittualità interna.

Nel caso di Bolzano, i giudici hanno ritenuto che l’amministrazione avrebbe dovuto intervenire con strumenti adeguati – compreso l’uso del potere disciplinare – per evitare che la situazione degenerasse. Questo principio, se applicato in modo estensivo, apre la strada a nuove forme di tutela per tutti quei lavoratori che, ogni giorno, si trovano a lottare contro un nemico invisibile: lo stress che si accumula senza lasciare lividi, ma che può costare caro.