Campi Flegrei, hanno ritrovato un porto perduto | L’attività vulcanica ha fatto emergere un reperto ormai perduto

Campi Flegrei scoperta nei fondali marini (Canva foto) - www.buildingcue.it
Un’inaspettata scoperta subacquea riporta alla luce l’ingegno navale romano nascosto sotto le acque di Miseno.
Nelle profondità della storia, a volte basta un dettaglio appena visibile per far riaffiorare secoli dimenticati. È così che il mare, apparentemente immobile, diventa custode di antichi segreti, pronti a rivelarsi solo a chi sa osservare.
In un angolo silenzioso del Golfo di Napoli, laddove la costa incontra fondali ricchi di memoria, qualcosa ha attirato l’attenzione degli archeologi.
Tra i riflessi azzurri della baia e le tracce vulcaniche che da millenni modellano il paesaggio, la zona dei Campi Flegrei continua a stupire. La sua terra instabile, segnata da fenomeni come il bradisismo, cela ancora oggi una stratificazione di epoche che riaffiorano in modi imprevedibili.
A pochi metri da Punta Pennata, il passato ha lanciato un segnale. Una nuova sorprendente scoperta è pronta a stravolgere tutto ciò che pensavamo di sapere sulla storia di questo luogo.
Un luogo ricco di storia: un mistero risalito a galla
Il fascino di questi luoghi non risiede solo nella loro bellezza naturale, ma anche nella densità storica che li avvolge. Qui, dove un tempo si muovevano le navi della potente flotta romana, ogni sasso sul fondale può raccontare una storia. E non è un caso che, proprio in questi fondali, le ricerche abbiano registrato un inatteso cambio di prospettiva.
In un contesto così stratificato, dove archeologia e vulcanologia si intrecciano, è facile lasciarsi trasportare dall’immaginazione. Ma l’ultima scoperta non è frutto di supposizioni: ciò che è emerso dal mare è concreto, visibile, misurabile. E soprattutto, è una testimonianza autentica dell’ingegno con cui gli antichi romani sapevano adattare architettura e ambiente marino.
L’importanza dell’ingegneria romana nascosta sotto il mare
Durante un’operazione di recupero subacqueo nella baia di Miseno, un gruppo di archeologi ha individuato un antico frangiflutti di epoca romana, composto da elementi architettonici e scultorei riciclati. Si tratta di resti appartenenti all’antico Portus Iulius, base della Classis Misenensis, la flotta imperiale di cui fece parte anche Plinio il Vecchio.
Come ha riportato SFP Versilia, l’opera non è frutto del caso o di crolli strutturali, ma il risultato di una costruzione intenzionale per proteggere il porto dal vento di scirocco. Alcuni dei reperti recuperati, come architravi in marmo e colonne in cipollino, verranno restaurati e poi esposti nel Palazzo dell’Ostrichina, arricchendo il racconto visivo di un paesaggio archeologico unico nel Mediterraneo.