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Autovelox, ci hanno fregati tutti | Non li hanno spenti sul serio: controllano quello che fai in auto e le multe arrivano dopo 5 minuti

Illustrazione di un autovelox (Canva FOTO) - buildingcue.it

Illustrazione di un autovelox (Canva FOTO) - buildingcue.it

Gli autovelox sono sempre attivi, pronti a riprendere qualsiasi azione. E le multe arrivano dopo pochissimi minuti!

Le multe da autovelox funzionano in modo piuttosto semplice, anche se dietro c’è un meccanismo tecnico e legale ben preciso. Tutto parte da un dispositivo elettronico che rileva la velocità di un veicolo in transito. Se questa supera il limite stabilito, l’apparecchio registra automaticamente i dati.

Il cuore del sistema è la fotografia o il video: l’autovelox cattura la targa e, grazie all’orario e al luogo registrati, associa l’infrazione a un preciso momento e a un preciso mezzo. Questo materiale diventa la prova dell’eccesso di velocità.

Una volta raccolti i dati, la segnalazione viene inviata alla polizia stradale o al comune competente. Qui gli agenti verificano la correttezza delle informazioni e, se tutto è in regola, viene avviata la procedura per la notifica al proprietario del veicolo.

Infine, la multa arriva a casa dell’automobilista, che potrà scegliere se pagarla entro i termini previsti o presentare ricorso. In sintesi: il passaggio è lineare (rilevazione, prova fotografica, verifica e notifica), ma la precisione tecnologica è ciò che rende le sanzioni difficilmente contestabili.

Il lavoro degli autovelox

Quando si parla di autovelox, la prima immagine che viene in mente è quella delle solite colonnine arancioni sul ciglio della strada, spesso ignorate perché “spente” o perché ritenute poco affidabili. In realtà, il panorama sta cambiando: stanno arrivando strumenti più raffinati e molto più difficili da eludere. Non si tratta solo di rilevatori di velocità, ma di sistemi pensati per trasformare il controllo del traffico in qualcosa di continuo e, per certi versi, inevitabile.

È curioso notare come la percezione comune sia ancora legata all’idea del vecchio autovelox che scatta una foto qua e là. Eppure la tecnologia corre più veloce delle auto stesse. Questi nuovi apparati sono progettati per agire in tempo reale, senza margini di distrazione o appigli legali. Ed è qui che si apre uno scenario piuttosto scomodo per chi è abituato a “giocare d’astuzia” con i limiti di velocità.

Illustrazione di un autovelox (Pexels foto) - buildingcue.it
Illustrazione di un autovelox (Pexels foto) – buildingcue.it

Cosa sta succedendo?

Secondo quanto riportato da Motociclismo Fuoristrada, due nomi iniziano a circolare con insistenza: Navigard e SafeDrive. Il primo destinato alle strade a scorrimento veloce, il secondo invece più adatto ai contesti urbani, dove il traffico è fitto e le infrazioni abbondano. La particolarità sta nel fatto che non si limitano a misurare la velocità, ma vanno oltre: individuano chi usa il cellulare mentre guida, chi dimentica la cintura o chi compie manovre rischiose.

Il punto più discusso, e anche il più delicato, riguarda le multe. Non più notifiche che arrivano settimane dopo, ma sanzioni recapitate in tempo reale, riducendo quasi a zero la possibilità di fare ricorso. Una prospettiva che divide: da un lato aumenta la sicurezza stradale, dall’altro mette in discussione i diritti di difesa dei cittadini.