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Auto, adesso vogliono schedarci tutti | Sul piano del Governo una nuova tessera con la nostra vita: addio privacy

Illustrazione di una multa (Canva FOTO) - buildingcue.it

Illustrazione di una multa (Canva FOTO) - buildingcue.it

La situazione è particolare, questa nuova tessera potrebbe sconvolgere la nostra quotidianità, soprattutto per via dei dati richiesti.

Ci sono momenti in cui una nuova norma, una tecnologia o un cambiamento legislativo ci costringono a fare i conti con una realtà scomoda: la privacy, quella vera, inizia a sgretolarsi. Non sempre ce ne accorgiamo subito, ma il confine tra tutela e controllo diventa ogni giorno più sottile.

A volte è una legge approvata, altre volte è una nuova app che chiede “solo” qualche autorizzazione in più. Basta un click distratto per cedere dati personali, movimenti, abitudini. E spesso lo facciamo senza neanche porci troppe domande.

Il problema è che, una volta ceduto qualcosa, riaverlo indietro è quasi impossibile. La privacy non è un interruttore: quando se ne va, lo fa in punta di piedi, ma non torna facilmente. E ci si accorge della sua assenza solo quando è troppo tardi.

Eppure, ogni tanto, sarebbe utile fermarsi e chiedersi: vale davvero la pena rinunciare a tutto questo per un servizio più rapido, un contenuto in più o una notifica in meno? Perché, in fondo, non si tratta solo di dati: si tratta di libertà.

Una novità…contrastante

Negli ultimi tempi si fa un gran parlare di sicurezza stradale, ma c’è un tema che rischia di scivolare un po’ troppo sotto silenzio: quello della privacy, soprattutto quando si incrocia con la salute, ed è cominciata una riunione importante. Al centro della discussione, come riportato da Il Fatto Quotidiano, c’è una proposta che ha fatto alzare più di un sopracciglio: inserire un codice, o un QR code, direttamente sulla patente o sulla tessera sanitaria.

Questo servirebbe per segnalare chi è in cura con farmaci a base di cannabinoidi, oppiacei o altre sostanze psicotrope. Lo scopo? Evitare che chi assume queste terapie venga automaticamente penalizzato con il ritiro della patente, ma garantire al tempo stesso controlli rapidi da parte delle autorità. Il problema, però, è che l’equilibrio tra controllo e diritto alla riservatezza è sottile.

Illustrazione di una multa (Depositphotos FOTO) - buildingcue.it
Illustrazione di una multa (Depositphotos FOTO) – buildingcue.it

Il confine sfocato

Come riportato da Il Fatto Quotidiano, molti pazienti e associazioni, non a caso, hanno espresso dubbi forti. Una tessera con un codice identificativo potrebbe infatti rivelare informazioni sanitarie estremamente personali. Non si tratta solo di “curarsi”, ma di rendere visibile a chiunque che quella persona ha una diagnosi medica, magari legata alla salute mentale o a disturbi particolarmente delicati.

E se quella patente finisse nelle mani sbagliate? Il rischio di discriminazione o di violazione del segreto medico è più che concreto. Alla riunione hanno partecipato rappresentanti di vari ministeri, dell’AIFA, oltre a medici e alcuni gruppi di pazienti, ma il risultato è che, per trovare un compromesso, sembra che si debba comunque rinunciare a un pezzo di privacy. Vedremo come evolverà la situazione!