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Architettura senza limiti: questi sono gli edifici più strani e spettacolari del pianeta

Il Water Cube (Depositphotos foto) - www.buildingcue.it

Il Water Cube (Depositphotos foto) - www.buildingcue.it

Dalle case inclinate ai musei antropomorfi: quando l’architettura si trasforma in spettacolo, sorpresa e pura immaginazione costruita.

Quando si pensa a un edificio, spesso vengono in mente facciate dritte, colori neutri e funzioni ben precise. Ma c’è un’altra faccia dell’architettura, quella che non ha paura di osare, che sperimenta e si spinge dove nessuno avrebbe pensato di arrivare. Ci sono costruzioni che sembrano uscite da un sogno – o da un cartone animato – che fanno voltare chiunque passi davanti e che, nel bene o nel male, non passano inosservate.

In giro per il mondo si possono trovare edifici che sfidano qualsiasi regola, sia estetica che tecnica. Alcuni sembrano organismi viventi, altri giocattoli giganti. Non è sempre facile capire dove finisca l’arte e dove inizi l’architettura vera e propria, ma forse è proprio questo il bello. Dietro queste creazioni stravaganti ci sono spesso progetti visionari, studiati nei minimi dettagli, e realizzati grazie a tecnologie all’avanguardia e idee fuori dal comune.

C’è chi li considera delle opere d’arte, e chi invece li trova esagerati, o addirittura brutti. Eppure, proprio per il fatto che dividono le opinioni, riescono a fare quello che la maggior parte degli edifici non fa: generare una reazione. Che siano a forma di cubo inclinato, di corpo umano o ricoperti da bolle traslucide, questi edifici hanno una cosa in comune: ti lasciano a bocca aperta. E in fondo, non è forse questo lo scopo dell’arte?

Non sono solo esercizi di stile. Dietro queste architetture così particolari ci sono spesso investimenti colossali, ingegneria estrema e scelte molto precise. Ci hanno lavorato architetti notissimi e studi capaci di spingersi ben oltre il convenzionale. In molti casi, queste costruzioni hanno anche un messaggio: vogliono raccontare una storia, esprimere un’identità, stimolare chi le guarda a pensare in modo diverso.

Quando il design rompe gli schemi

Un esempio perfetto di questo approccio è il Corpus Museum, a Leiden, nei Paesi Bassi, come riporta allplan.com. Si presenta come un gigantesco corpo umano alto 35 metri e al suo interno si sviluppa un percorso interattivo che accompagna i visitatori in un vero e proprio viaggio all’interno dell’organismo umano. Ogni sala rappresenta un organo o una funzione, ricreati su scala monumentale, per rendere l’anatomia accessibile e persino divertente. È un museo, sì, ma anche una provocazione visiva.

A Praga, invece, troviamo una torre televisiva di aspetto tutt’altro che banale: alta 216 metri, è diventata celebre per le sculture di bambini giganti che si arrampicano sulle sue colonne, un’idea dell’artista David Černý. Di giorno è surreale, ma di notte si illumina nei colori della bandiera ceca, diventando un totem urbano difficile da ignorare. Più a est, a Pechino, l’iconico Water Cube – il centro acquatico delle Olimpiadi del 2008 – si distingue per la sua facciata fatta di celle simili a bolle di sapone, progettata non solo per stupire ma anche per raccogliere e sfruttare l’energia solare.

Burj Khalifa (Depositphotos foto) - www.buildingcue.it
Burj Khalifa (Depositphotos foto) – www.buildingcue.it

Idee che sembrano impossibili, ma sono realtà

E poi c’è lui, il Burj Khalifa, il gigante di Dubai. Con i suoi 828 metri, domina qualsiasi skyline e ridefinisce il concetto stesso di grattacielo. Il progetto dell’architetto Adrian Smith ha richiesto quantità incredibili di cemento, vetro e acciaio. Per pompare il calcestruzzo a quelle altezze, si è lavorato solo di notte, con impianti refrigerati e persino l’uso di ghiaccio per mantenerlo fluido. Alcuni materiali provengono dalla demolizione del Palazzo della Repubblica a Berlino: una storia di rinascita incorporata nell’acciaio.

Sempre nei Paesi Bassi, ma questa volta a Rotterdam, si trovano le Cube Houses progettate da Piet Blom. Sono case cubiche ruotate su un angolo di 45 gradi, montate sopra pilastri esagonali. L’idea? Ogni casa è un albero e tutte insieme formano una foresta urbana. Non esiste una parete dritta al loro interno, eppure sono perfettamente abitabili: tre livelli, 100 metri quadrati e, per i più curiosi, anche una casa aperta al pubblico e un ostello. A Bilbao, infine, il Guggenheim di Frank Gehry incarna un’altra forma di follia controllata: curve, spigoli e volumi che sembrano muoversi, tutti progettati grazie a software di simulazione usati… nell’aeronautica. Eppure, funziona. Eccome se funziona.