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Archeologia, scoperta una nuova Pompei | Il lusso sfrenato tra le strada: un tesoro custodito da 2000 anni

anfiteatro merida

Un ritrovamento archeologico straordinario (pixabay.com) - www.buildingcue.it

Un ritrovamento archeologico straordinario sulle abitudini gastronomiche dell’antica élite romana: lusso, simbologia e rituali antichi.

Il passato risplende sempre nelle pieghe dei libri di storia che, sin da bambini, sfogliamo per necessità educativa. Una cosa è chiara: in alcune città, le pietre parlano e l’eco del passato si residua tra le crepe di rovine antiche.

L’archeologia in questi luoghi è di più di una pratica di studio e ritrovamento: è un modo di ascoltare. Ogni pezzetto di civiltà è in grado di narrare storie di uomini e donne, di costumi e potere, di ricchezze perse e della vita quotidiana dimenticata.

Un classico esempio è Pompei: domus abbandonate, terme rase al suolo e mosaici sbiaditi che, però, rivivono negli occhi di chi può vedere (tanto che i Pink Floyd ci suonarono, in un concerto leggendario).

La civiltà romana nel nostro Paese riecheggia in ogni dove e in ogni via. E non passa solo per Pompei. Il sito di cui vi parleremo ne è la prova provata.

Pompei numero due?

Come riportato da Modena Volta Pagina, durante una campagna di scavi vicino all’Anfiteatro emeritense di Merida, è stata trovata una sontuosa domus che conteneva un’impressionante collezione di circa 400 ostriche, databili al II secolo d. C. L’indagine, diretta dalle ricercatrici Macarena Bustamante-Álvarez dell’Università di Granada e Ana María Bejarro del Consorcio de Mérida, suggerisce che l’edificio potesse essere più di un normale luogo di residenza: poteva fungere da alloggio per turisti o locanda, come quelle pompeiane, riservate a chi assisteva o partecipava ai combattimenti fra gladiatori.

Come sottolineato da Bustamante-Álvarez, questi elementi indicano un utilizzo pubblico o semi-pubblico del complesso, concepito per accogliere persone facoltose interessate agli eventi e alle manifestazioni culturali dell’anfiteatro. Tra i reperti trovati, spicca soprattutto un pezzo di gioiello raffigurante Nemesi, divinità legata alla giustizia e ai gladiatori e probabilmente di proprietà di uno degli ospiti.

reperto pompeiano
Le somiglianze con Pompei sono diverse (youtube.com/Pompeii) – www.buildingcue.it

Gusti d’élite

L’Álvarez ha dichiarato: “Stiamo parlando di circa 400 ostriche che indicano un consumo massiccio di un prodotto che anche allora era riservato all’élite e che erano per lo più marine, mentre Merida non ha mare”. Sappiamo bene che le ostriche sono un alimento costoso, destinato prettamente alle classi più abbienti. Il fatto che Mérida, una città dell’entroterra, avesse un consumo così significativo di frutti di mare suggerisce pertanto l’esistenza ai tempi di una rete logistica sofisticata, capace di trasportare ostriche dalle coste andaluse o portoghesi e mantenerle fresche per svariati giorni.

La ricerca ha evidenziato anche un altro aspetto tipico della cultura romana, decisamente attuale. Ovvero, che il cibo non era solo nutrimento ma anche status, cultura e spettacolo. Questa ricostruzione è rafforzata dai sontuosi metalli rinvenuti, probabilmente utilizzati per un’apertura corretta dei molluschi stessi.