Archeologi hanno “seguito la strada giusta” e l’hanno scoperta | Questa Chiesa ha 1500 anni e ha riposato, sepolta, per secoli

Nuova scoperta antiche rovine (Canva foto) - www.buildingcue.it
Un’iscrizione riemerge tra le rovine di Olimpo e svela il rigore spirituale dei primi cristiani: la nuova sconcertante scoperta.
Tra le pieghe del tempo, la città di Olimpo, in Turchia, continua a svelare i segreti di un passato straordinariamente stratificato. Le sue rovine affiorano tra la vegetazione mediterranea, portando alla luce strutture monumentali che raccontano storie di imperi, culti e trasformazioni. Da centro ellenistico a snodo bizantino, Olimpo custodisce memorie che parlano ancora, anche a distanza di secoli.
È proprio il suo mosaico storico e culturale a rendere Olimpo un sito di costante interesse per gli archeologi. Le sue terme raffinate, i teatri scavati nella roccia e le celebri Yanartaş, fiamme che emergono spontaneamente dal suolo, sono solo alcune delle meraviglie che la rendono unica. Ma è nelle sue fondamenta religiose che ora si cela una nuova, significativa scoperta.
Negli ultimi anni, gli scavi promossi dal Ministero della Cultura e del Turismo turco hanno restituito nuovi indizi sul volto cristiano di Olimpo. Strutture ecclesiastiche e abitazioni bizantine riaffiorano sotto strati di storia, offrendo testimonianze sulla vita spirituale e quotidiana del tempo. Una di queste costruzioni ha attratto in modo particolare l’attenzione degli studiosi.
I ricercatori non cercano solo manufatti, ma anche segni tangibili della trasformazione spirituale di una civiltà.
Tracce nascoste e frammenti di fede
Nella cosiddetta chiesa n. 1 di Olimpo, gli archeologi hanno rinvenuto un mosaico singolare, disposto davanti all’ingresso principale. L’iscrizione, in greco antico, recita: “Solo chi segue la retta via può entrare qui”. Un monito spirituale, ma anche una barriera simbolica per chi non condivideva la fede cristiana, secondo gli studiosi. Un messaggio inciso nella pietra, non solo per accogliere, ma anche per delimitare.
Come riporta National Geographic, la scoperta offre nuove prospettive sull’etica e sulla simbologia del primo cristianesimo in Anatolia. I mosaici non si limitano alla sola iscrizione: motivi geometrici e botanici arricchiscono l’edificio, insieme ai nomi dei benefattori. Questi dettagli confermano Olimpo come una delle città più ricche della Licia in termini di arte musiva, come afferma il direttore degli scavi Gokcen Kutulus Oztaskin.
Il mistero inciso tra le rovine
La chiesa, risalente al V secolo, è rimasta sepolta per secoli, protetta dal tempo e dal silenzio. Ora riemerge, carica di simbolismo e interrogativi. Il messaggio scolpito nel pavimento riflette una comunità cristiana coesa, che stabiliva regole morali chiare per l’accesso ai suoi spazi sacri. Un invito alla rettitudine, ma anche un’esclusione netta per chi non seguiva la “retta via”.
La scoperta si inserisce in un contesto archeologico più ampio, che comprende anche abitazioni, tombe e strutture religiose finemente decorate. Il sito, ancora in fase di esplorazione, promette ulteriori rivelazioni nei prossimi anni. Intanto, l’avvertimento posto all’ingresso della chiesa resta un eco potente della spiritualità e della selettività del cristianesimo delle origini, inciso per sempre nella pietra.