Allarme sicurezza per questa spezia profumatissima | Se tieni questa in casa non perdere tempo: chiama i Carabinieri, ti hanno truffato
Spezie e pericoli (Depositphotos foto) - www.buildingcue.it
Dietro l’aroma di questa spezia si nascondono truffe, rischi per la salute e irregolarità diffuse in tutta Europa.
C’è una spezia che tutti conosciamo, profumata, dolce, quasi rassicurante. La usiamo nei dolci, nel caffè, a volte perfino nelle ricette salate. Ma dietro il suo aroma così familiare si nasconde una storia ben più complessa. Ultimamente, infatti, ha attirato l’attenzione degli esperti per motivi che non hanno nulla a che vedere con la cucina… o almeno, non direttamente.
Negli scaffali dei negozi si trova ovunque, dalle bustine economiche alle confezioni bio e raffinate. Ma ciò che ci viene venduto come un prodotto naturale e genuino, non sempre lo è davvero. Tra marchi esotici ed etichette altisonanti, c’è il rischio concreto di ritrovarsi con un prodotto che non corrisponde a quello dichiarato. E no, non si tratta solo di pubblicità ingannevole, ma di vere e proprie irregolarità.
Succede spesso che due prodotti molto simili visivamente abbiano in realtà valori nutrizionali, tossicologici e di sicurezza completamente diversi. E quando uno dei due vale molto meno, la tentazione per chi lo vende di fare il furbo è forte. Tanto, pensano, chi se ne accorge? Il problema è che a volte non si tratta solo di una truffa commerciale, ma di un rischio reale per chi lo consuma abitualmente.
In un mercato dove tutto arriva da ogni parte del mondo, fidarsi dell’etichetta diventa sempre più difficile. E purtroppo, le autorità sanitarie non riescono a stare dietro a tutto. Basta una piccola variazione botanica o una zona di provenienza diversa e, puff, la qualità cambia radicalmente. E chi paga? Il consumatore. Cioè, noi.
Scatta il controllo su una spezia amatissima
Il Centro comune di ricerca della Commissione Europea (JRC) ha pubblicato uno studio che ha fatto abbastanza rumore. Sono stati analizzati 104 campioni di una spezia molto usata, acquistati in diversi Paesi europei, nel Regno Unito, in Serbia e perfino in Sri Lanka. Il risultato? Due prodotti su tre erano irregolari. Non un dettaglio.
In molti casi, quello che veniva dichiarato come un tipo pregiato della spezia… non lo era affatto. Circa il 9% dei prodotti venduti come “di Ceylon” conteneva in realtà la varietà più economica, la cosiddetta cassia. E non è finita. Il 21% dei campioni aveva problemi seri di qualità: percentuali anomale di ceneri, uso di radici e foglie al posto della corteccia. Insomma, roba che con il prodotto originale c’entrava poco.

La sostituzione inganna… e può anche far male
E qui arriva la parte più delicata. Alcuni campioni (circa il 10% del totale) avevano livelli di piombo ben oltre i limiti fissati dall’Unione Europea. E stiamo parlando di un metallo pesante, mica di zucchero a velo. Inoltre, ben 31 prodotti su 104 sono stati considerati potenzialmente pericolosi per i bambini, a causa dell’alto contenuto di cumarina. Una sostanza naturale, sì, ma che in certe quantità può risultare tossica per il fegato.
Tutta questa storia riguarda la cannella, come riporta Il Fatto Alimentare. E no, non parliamo solo della versione in polvere: lo studio ha esaminato sia le stecche che le confezioni già macinate. Il punto è che questa spezia, così comune e così presente nelle nostre case, può nascondere insidie se acquistata senza le dovute garanzie. E a volte, a insaputa di tutti, dietro a un barattolino profumato può esserci molto più di quanto immaginiamo.
