Isolante dal freddo (Canva) - buildingcue.it
Il nuovo materiale creato in Alaska, aiuta le case a isolarsi dal freddo, e a risparmiare l’ambiente da incendi e inquinamento.
Nel cuore dell’Alaska, dove gli inverni son estremi, e il disgelo minaccia intere comunità, la ricerca scientifica ha trovato un alleato inaspettato nei funghi. Infatti, un gruppo di studiosi ha sviluppato un isolamento termico ecologico a base di micelio, rete sotterranea dei funghi, la quale è in grado di resistere a temperature rigide, senza utilizzare derivati del petrolio. E come riportato dal sito noticiasambientales.com, il progetto nasce come risposta concreta all’aumento delle temperature, e al deterioramento delle infrastrutture locali.
Le abitazioni artiche, devono spesso affrontare sbalzi di temperatura che possono variare da -61°C a oltre 37°C, il che mette a dura prova i materiali da costruzione tradizionali. E insieme al continuo scioglimento del permafrost, insieme agli incendi e all’erosione del suolo, il tutto aggrava il problema, e rende urgente l’adozione di soluzioni più sostenibili. Molte famiglie, comunque, ricorrono ancora a plastica e schiuma rigida per trattenere il calore, i quali causano però problemi di ventilazione e muffa.
Pertanto, i ricercatori hanno deciso di sperimentare un metodo alternativo, basato sulle risorse naturali locali, dato che queste offrono un’elevata adattabilità, e riducono la dipendenza da materiali sintetici. Il micelio, già noto per la sua capacità di creare strutture solide e leggere, rappresenta una risorsa rigenerativa capace di combinare efficienza energetica e rispetto per l’ambiente.
Un nuovo materiale realizzato unendo micelio e polpa di legno, in una miscela che, durante l’incubazione, permette al fungo di crescere e legare le particelle fra loro. E una volta consolidata, la struttura viene sottoposta a calore controllato per garantire durata e stabilità. Il legno impiegato, proviene da alberi uccisi dai parassiti, il che riduce persino il rischio d’incendi, e valorizza risorse altrimenti inutilizzate.
Il risultato sono pannelli leggeri, resistenti all’acqua, e completamente compostabili; i quali possiedono un potere isolante paragonabile al polistirene espanso, seppur privi di impatti ambientali negativi. Inoltre, la loro produzione non genera rifiuti tossici, e può esser facilmente adattata su scala industriale, rappresentando un modello virtuoso di economia circolare.
L’isolamento in micelio, comunque, non è solo un progresso tecnico, ma un cambiamento culturale nel modo di costruire. Poiché esso promuove l’efficienza energetica, l’occupazione locale, e la riduzione dell’impronta di carbonio. Migliorando, al contempo, la qualità della vita nelle aree rurali. I test condotti, nondimeno hanno dimostrato un’eccellente resistenza alla muffa e all’umidità, elementi appunto fondamentali, per le regioni artiche.
Gli scienziati stanno, quindi, esplorando già nuovi utilizzi di questo biomateriale, il quale potrebbe sostituire il polistirene negli imballaggi, per prodotti ittici e alimentari. Le prospettive commerciali, naturalmente, sono ampie, poiché il micelio unisce sostenibilità, leggerezza e versatilità; tutte caratteristiche sempre più richieste nei settori produttivi moderni.
Un’innovazione, questa, nata fra i ghiacci dell’Alaska, e dimostrante che la natura, se combinata con la scienza e la creatività umana, può offrire soluzioni efficaci contro la crisi climatica. Non a caso, il modello del micelio è destinato a diffondersi in tutto il mondo, poiché rappresenta un modo tangibile per costruire abitazioni più sostenibili; ridurre l’inquinamento; e contribuire a un futuro più equilibrato e vivibile, per tutti.