Al Posto di Blocco ti fanno scendere e camminare a piedi | Se sul libretto c’è scritto questo sei finito: addio auto

I posti di blocco possono diventare un contrattempo, oppure arrivare a delle multe? Ecco quali sono i rischi che corri e come evitarli. (Pexels Foto) - buildingcue.it
I posti di blocco possono diventare un contrattempo, oppure arrivare a delle multe? Ecco quali sono i rischi che corri e come evitarli.
I posti di blocco sono strumenti di controllo stradale attivati dalle forze dell’ordine per verificare documenti, condizioni dei mezzi e comportamenti alla guida. Non sono riservati ai delinquenti: servono anche per prevenzione, sicurezza stradale e monitoraggio del territorio.
Durante un posto di blocco, gli agenti possono controllare patente, libretto, assicurazione e revisione. Possono anche verificare lo stato psicofisico del conducente, l’uso delle cinture e la presenza di dispositivi obbligatori. Il controllo è visivo, documentale e strumentale.
I posti di blocco vengono attivati in punti strategici: incroci, uscite autostradali, zone a rischio o durante eventi pubblici. Possono essere fissi o mobili, con pattuglie visibili o in borghese. La finalità è garantire ordine, sicurezza e rispetto delle normative.
Non tutti i controlli sono repressivi: molti posti di blocco servono per informare, prevenire incidenti o monitorare flussi di traffico. In caso di emergenze sanitarie o eventi climatici, vengono usati per filtrare accessi, distribuire indicazioni e proteggere la popolazione. Come funzionano?
Le funzioni dei posti di blocco
I posti di blocco svolgono anche funzioni preventive e logistiche. Durante campagne di sicurezza stradale, vengono utilizzati per sensibilizzare i conducenti su velocità, alcol e uso del cellulare. In situazioni di allerta meteo, servono a deviare il traffico da zone pericolose.
Anche in operazioni di ricerca persone scomparse, i posti di blocco vengono attivati per raccogliere segnalazioni e filtrare transiti. Il posto di blocco è una leva di controllo territoriale, adattabile alle esigenze del momento. Cosa rischi?

Il caso
Secondo quanto riportato da CostadeiTrabocchiMob, in Italia è emersa una normativa che può generare confusione tra i cittadini: la guida di un’auto intestata a un’altra persona, come il coniuge, può comportare sanzioni se non viene rispettata la corretta intestazione al PRA (Pubblico Registro Automobilistico). Il problema nasce quando il mezzo è utilizzato in modo continuativo da un soggetto diverso dall’intestatario, senza che venga formalizzata l’intestazione temporanea o la comunicazione di comodato. La verifica può avvenire al posto di blocco.
In assenza di questa comunicazione, chi guida rischia una multa fino a 712 euro e il ritiro del libretto. La norma non si applica ai casi saltuari o occasionali, ma solo quando l’utilizzo è sistematico e prolungato oltre i 30 giorni. Questo vale anche per familiari conviventi. L’obiettivo è garantire tracciabilità e responsabilità in caso di infrazioni o incidenti. Per evitare sanzioni, è sufficiente registrare il comodato d’uso gratuito al PRA.