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Egitto, ritrovata una statua unica: svela nuovi misteri della civiltà dei faraoni

Egitto, ritrovata una statua unica: svela nuovi misteri della civiltà dei faraoni

Credits: Dr. Zahi Hawass

Una scoperta straordinaria in uno dei siti archeologici più ricchi getta nuova luce sulla storia dell’antico Egitto.

Nel cuore del deserto egiziano, tra le sabbie che nascondono segreti millenari, è stata riportata alla luce una statua unica nel suo genere, risalente alla quinta dinastia dell’antico Egitto. Questa scoperta, avvenuta nella necropoli di Saqqara, ha suscitato l’interesse di archeologi e storici di tutto il mondo. La statua, soprannominata informalmente “Messi” dagli scopritori, rappresenta un enigma intrigante, non solo per la sua datazione, ma anche per le sue caratteristiche peculiari.

La necropoli di Saqqara è conosciuta per essere uno dei siti archeologici più ricchi e complessi dell’Egitto, un luogo dove i faraoni e nobili dell’antico regno trovavano il loro riposo eterno. Scoperte archeologiche di grande importanza sono state fatte qui nel corso degli anni, ma la statua di ‘Messi’ è particolarmente affascinante per il suo eccezionale stato di conservazione e per i misteriosi dettagli che presenta.

La struttura della statua, le sue proporzioni e il suo stile artistico hanno portato gli esperti a interrogarsi sul suo significato e sul ruolo che potrebbe aver avuto nella cultura dell’epoca. L’arte egizia è nota per la sua iconografia rigida e simbolica, ma la statua di ‘Messi’ sembra sfidare queste convenzioni con una postura e un’espressione che suggeriscono un dinamismo inusuale. Questo ha portato a speculazioni su una possibile rappresentazione di una figura atletica o divina.

Per alcuni, la statua potrebbe rappresentare una sorta di prototipo di culto per un personaggio che incarnava abilità fisiche e forza, concetti altamente valorizzati nella società egiziana. Altri invece ipotizzano che possa trattarsi di un antico precursore di divinità legate alla competizione e al superamento dei limiti umani. Qualunque sia la verità, la statua sta già modificando le nostre comprensioni della quinta dinastia.

Il contesto storico della scoperta

La quinta dinastia dell’antico Egitto, che si estende approssimativamente tra il 2494 e il 2345 a.C., è un periodo noto per il consolidamento del potere dei faraoni e la fioritura delle arti e architetture monumentali. Durante questo tempo, Saqqara era uno dei principali centri funerari, e le tombe costruite qui riflettono l’evoluzione delle credenze religiose e politiche. La scoperta della statua di ‘Messi’ si inserisce in questo contesto di grande fermento culturale e potrebbe offrire nuovi indizi su come venivano percepiti alcuni aspetti della vita e della morte.

La statua, grazie alla sua posizione e al suo aspetto, potrebbe rappresentare una figura di alto rango o un simbolo di protezione per i defunti. Gli antichi Egizi credevano nell’importanza di accompagnare i defunti con oggetti e simboli che li avrebbero aiutati nel loro viaggio nell’aldilà. L’esistenza di una statua così particolare suggerisce che il personaggio raffigurato o il concetto che incarnava avesse un significato speciale.

Credits: Dr. Zahi Hawass

Analisi e interpretazioni recenti

Il recente studio pubblicato su The Journal of Egyptian Archaeology da Dr. Zahi Hawass e Dr. Sarah Abdoh analizza la statua che rompe gli schemi iconografici tradizionali dell’Antico Regno egizio. Al centro della composizione emerge la figura di un nobile, raffigurato con la gamba sinistra in avanti,  una posa convenzionale che simboleggia vigore e presenza vitale. Indossa una parrucca corta con lembi laterali e un kilt finemente plissettato, mentre il torso scolpito con attenzione anatomica testimonia l’abilità tecnica dello scultore.

Accanto a lui, la moglie è inginocchiata accanto alla gamba destra: la sua figura ridotta enfatizza il ruolo di supporto nella scena. Porta un abito aderente (sheath dress), una collana a largo girocollo e una parrucca che le ricade sulle spalle. Secondo quanto dichiarato da Hawass in un’intervista all’Archaeology News Online Magazine, la statua fu rinvenuta sepolta sotto la sabbia, accanto a una falsa porta con l’iscrizione “Messi”. Questo particolare, unito alla scena della figlia con un’oca, priva di iscrizioni funerarie canoniche, suggerisce una rappresentazione della vita quotidiana e dell’unione familiare oltre la morte,  una funzione solitamente affidata alle pitture murali delle tombe.

Gli archeologi stanno ora lavorando per decifrare i simboli e le iscrizioni presenti sulla statua. Questi potrebbero fornire indizi preziosi sull’identità della figura rappresentata e sul suo ruolo nella società egiziana. Le tecniche di datazione e le analisi dei materiali usati per scolpire la statua stanno aiutando a collocarla con maggiore precisione nel tempo e a comprendere le tecnologie disponibili all’epoca.

Le prime analisi hanno rivelato che la statua è stata scolpita in una pietra calcarea di alta qualità, un materiale comune nelle opere d’arte funerarie egizie. Tuttavia, i dettagli aggiunti con pigmenti colorati suggeriscono che la statua fosse destinata a essere vista e ammirata, magari in un contesto cerimoniale. Questo rafforza l’idea che la sua funzione fosse più che puramente decorativa, ma intrisa di significati spirituali e simbolici.