Posto di Blocco, non farti beccare due volte consecutive senza | Saresti proprio un fesso: puoi finire anche in galera
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Posto di blocco: il Codice della Strada non lascia spazio a dubbi. Presentarsi per due volte senza questo documento, è da galera.
Torniamo a parlare di strade e sicurezza, uno dei nostri temi preferiti. Pensiamo al posto di blocco: una situazione che può stressare anche il guidatore più serafico.
Come ben noto, è un punto di controllo temporaneo organizzato dalle forze dell’ordine per controllare il rispetto delle norme, l’identità dei dei conducenti e la regolarità dei veicoli. Niente di nuovo, insomma.
Di solito viene installato in luoghi strategici, come all’uscita delle città, vicino agli svincoli o lungo tratti in cui è necessario monitorare il traffico. Fin qui, tutto normale.
Se necessario, gli agenti possono controllare lo stato del veicolo e richiedere i documenti principali. Ed è qui che casca l’asino; se vi presentate una seconda volta senza questo particolare documento, vi sbattono in cella (letteralmente).
Il documento da non dimenticare
Secondo Il Fatto Quotidiano, la Corte Costituzionale ha rigettato l’eccezione di costituzionalità sollevata da un giudice di Firenze riguardante la severità della legge che punisce la guida priva di patente per chi è recidivo. La decisione conferma quindi la legittimità della norma che prevede sanzioni penali, inclusa la possibilità di processo e, nei casi più gravi, anche di detenzione, per coloro che vengono fermati alla guida senza patente per due volte in un periodo di due anni.
Il caso riguardava un individuo accusato di guida senza patente, che aveva già subito una precedente fermata; il giudice aveva contestato la legge, sostenendo che infliggere sanzioni penali a chi ripete l’infrazione mentre chi commette l’illecito solo una volta riceve soltanto una multa fosse incostituzionale. Il magistrato riteneva che la norma attribuisse un peso eccessivo alla recidiva, senza tenere in considerazione possibili attenuanti.

Le specifiche della Corte
Il tribunale aveva contestato l’articolo 116, comma 15, del codice, ritenendo che generasse disparità di trattamento e violasse principi di uguaglianza, offensività del reato e la funzione rieducativa della pena. Tuttavia, la Corte ha giudicato che la legge sia chiara e valida, sottolineando che guidare senza patente rappresenta un comportamento che mette in pericolo la sicurezza altrui.
In aggiunta, la Corte ha negato che la legge crei disparità tra i cittadini, spiegando che la recidiva non è una “colpa personale”, ma un comportamento reiterato che denota una maggiore pericolosità. La Corte ha infine specificato che la recidiva, per avere valenza penale, deve avvenire in un intervallo di tempo limitato a due anni e che la guida senza patente costituisce un illecito di notevole gravità, data la sua intrinseca pericolosità per la sicurezza stradale.
