Ogni euro in prevenzione ne salva 11: l’allarme del Natural Risk Forum sulle catastrofi in Italia

Illustrazione di una casa distrutta (Canva FOTO) - buildingcue.it
Con la nascita del Natural Risk Forum, incentrato sulle catastrofi naturali, la discussione sui disastri naturali si trasforma.
In un Paese come l’Italia, dove basta un temporale più violento del solito per far tremare i cittadini, parlare di “rischi naturali” non è certo un esercizio teorico. Negli ultimi cinquant’anni, eventi come terremoti, alluvioni, frane e incendi hanno provocato danni stimati in oltre 253 miliardi di euro, una cifra che fa capire quanto sia fragile il nostro equilibrio tra natura e infrastrutture. E la prospettiva non è affatto rassicurante: senza politiche di prevenzione efficaci, il costo potrebbe più che raddoppiare nei prossimi decenni, arrivando a 590 miliardi di euro tra perdite dirette e indirette.
A Roma, il 14 ottobre 2025, è stato presentato il Natural Risk Forum (NRF), il primo “centro di ricerca e di controllo” italiano dedicato proprio a questo tema, promosso dal Gruppo Unipol. L’obiettivo è quello di costruire una piattaforma stabile di dialogo tra istituzioni, scienziati e imprese, per affrontare la questione dei disastri naturali in modo coordinato e, soprattutto, lungimirante.
L’Italia è tra i Paesi europei più esposti a fenomeni naturali estremi: dai terremoti alle alluvioni, passando per frane e incendi boschivi, quasi nessun territorio può dirsi davvero al sicuro. Eppure, nonostante l’evidenza dei dati, la cultura della prevenzione fatica ancora a radicarsi. È anche per questo che il Natural Risk Forum intende proporre nuovi modelli di governance e strategie condivise.
Durante il convegno inaugurale, sono stati presentati i primi dati elaborati con il supporto tecnico di Deloitte, che confermano un quadro tutt’altro che incoraggiante ma anche la possibilità di invertire la rotta: ogni euro investito oggi in prevenzione, secondo lo studio, potrebbe far risparmiare fino a undici euro di costi futuri.
Un Paese fragile, ma non inerme
La giornata di apertura del Natural Risk Forum ha visto un parterre istituzionale di alto livello. Le discussioni si sono concentrate su tre punti chiave: il monitoraggio dei fenomeni, la governance istituzionale e le strategie di prevenzione e mitigazione. L’obiettivo comune è chiaro: ridurre la vulnerabilità del Paese e creare una vera cultura del rischio.
Come ha ricordato il Capo Dipartimento Casa Italia, è necessario condividere le conoscenze e le informazioni, e questo solo se c’è un vero e proprio confronto che possa permettere di elaborare strategie efficienti. Con lo scopo di tamponare (o evitare) i danni creati dai disastri naturali.

I numeri dello studio e il valore della prevenzione
Secondo lo studio del Natural Risk Forum, realizzato con dati provenienti da EM-DAT, la banca dati internazionale gestita dal Centre for Research on the Epidemiology of Disasters (CRED) dell’Università Cattolica di Lovanio, negli ultimi cinquant’anni l’Italia ha registrato circa 115 eventi catastrofali, pari al 7% del totale europeo, ma con danni diretti che rappresentano oltre il 30% del totale europeo, per un ammontare di 253 miliardi di euro. A incidere maggiormente sono stati i terremoti, che da soli contano per il 68% delle perdite totali.
Il quadro geografico è altrettanto preoccupante: il 95% dei Comuni italiani è a rischio idrogeologico, mentre il 35% della popolazione vive in zone ad alta pericolosità sismica. Anche le frane sono un problema diffuso, interessando circa un quarto del territorio nazionale. Lo studio ha inoltre tracciato uno scenario futuro: senza nuovi interventi, nei prossimi cinquant’anni si stimano 343 miliardi di danni diretti e 247 miliardi di danni indiretti, per un totale di 590 miliardi di euro. Tuttavia, investendo in prevenzione, circa 5 miliardi all’anno per cinque anni, si potrebbe ridurre il danno totale di 246 miliardi, con un ritorno economico pari a 11 euro per ogni euro speso.