Affitto, questa pratica comune è vietata dal Codice Civile | L’unico escamotage possibile è un accordo: se non esiste sono dolori

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Affitto e caparra per gli ultimi mesi: l’errore più comune tra gli inquilini e le vere regole previste dal codice civile.
Nel contesto del panorama immobiliare italiano, la locazione resta, a detta di Designmag, una delle scelte più diffuse per chi cerca indipendenza senza vincolarsi all’acquisto di una casa (scegliamo per un attimo di dimenticare l’attuale scenario dell’impossibilità di compravendita).
Per molti di noi, ha rappresentato la prima esperienza di autonomia. Tuttavia, dietro la linearità apparente di un contratto di affitto vi sono regole precise.
Una delle più fraintese riguarda il deposito cauzionale o caparra, cioè la somma che gli inquilini versano come garanzia e che dovrebbe essere restituita al termine del rapporto di locazione.
La domanda che molti si pongono è se sia possibile usare questa cauzione per coprire le ultime mensilità: un errore frequente che, come spiega Designmag, può comportare conseguenze legali.
Il problema della caparra
Secondo quanto ci viene spiegato da Designmag, la legislazione italiana proibisce assolutamente di servirsi della cauzione per saldare gli ultimi mesi di affitto. Infatti, l’articolo 1246 del codice civile sancisce che non è consentito compensare automaticamente il debito per il fitto con la caparra, poiché quest’ultimo costituisce una garanzia che deve essere restituita dal proprietario solo al termine del contratto, a condizione che l’inquilino abbia adempiuto a tutte le proprie responsabilità e lasciato l’immobile nelle stesse condizioni in cui lo ha ricevuto. Pertanto, durante la durata del contratto, la cauzione non può essere considerata come pagamento anticipato delle mensilità dovute.
Designmag mette inoltre in evidenza che il deposito cauzionale è esclusivamente una protezione per il proprietario nel caso di danni all’immobile o di possibili inadempienze contrattuali. Usare questa somma in modo improprio come pagamento degli ultimi canoni costituisce, pertanto, una serissima violazione delle condizioni contrattuali e potrebbe portare a problemi legali non indifferenti.
Conseguenze legali importanti
L’unica eccezione prevista è quella della compensazione consensuale, prevista dall’articolo 1252 del codice civile, che permette al locatore e all’inquilino di accordarsi esplicitamente affinché il deposito venga utilizzato per coprire i canoni rimanenti. Questa possibilità è valida soltanto se stabilita in modo chiaro e per iscritto, con l’approvazione di entrambe le parti. Come sottolinea la fonte, quindi, molti inquilini commettono l’errore di credere che la cauzione possa essere sottratta automaticamente dal canone finale.
In realtà, senza un accordo ufficiale (dimenticate quindi i “contratti” a nero), questa prassi è del tutto illecita e può compromettere il rimborso della somma. In conclusione, e mettetevelo bene in testa, il deposito cauzionale rimane una garanzia distinta, da restituire solo al termine del contratto, e non può essere considerato come un metodo di pagamento anticipato dell’affitto.