Altro che fine delle multe, da oggi in poi saranno mazzate per gli automobilisti | Chi sognava la morte degli autovelox si sbagliava di grosso

Illustrazione di un autovelox (Canva FOTO) - buildingcue.it
Gli automobilisti dovranno fare molta attenzione in futuro. Gli autovelox sono “vivi e vegeti”, e continueranno a lavorare.
Gli autovelox sono dispositivi elettronici pensati per controllare la velocità dei veicoli e garantire la sicurezza stradale. Funzionano come “occhi elettronici” che rilevano il passaggio di un’auto e misurano istantaneamente la sua velocità, confrontandola con il limite imposto in quel tratto di strada.
La rilevazione può avvenire in modi diversi. I modelli più comuni usano fasci laser o radar a microonde, che calcolano il tempo impiegato dal segnale per colpire il veicolo e tornare indietro. Altri sistemi, come quelli a spire magnetiche sotto l’asfalto, misurano il tempo tra due passaggi consecutivi per determinare la velocità media.
Quando il veicolo supera il limite, l’autovelox scatta una foto ad alta definizione della targa, spesso insieme a data, ora e velocità registrata. Questi dati vengono poi inviati in automatico alla polizia stradale o agli uffici comunali per la verifica e l’eventuale emissione della multa.
Esistono sia autovelox fissi, installati in punti strategici, sia mobili, montati su cavalletti o veicoli della polizia. In entrambi i casi l’obiettivo è lo stesso: ridurre incidenti e comportamenti pericolosi, spingendo i conducenti a rispettare i limiti di velocità.
Un cambiamento che non passa inosservato
Negli ultimi giorni si parla parecchio di una decisione che rischia di pesare sulle tasche di molti automobilisti. Si tratta di una nuova interpretazione delle norme sugli autovelox, quei dispositivi che controllano la velocità e che, nel bene e nel male, fanno parte della quotidianità di chi guida. Finora c’era una convinzione abbastanza diffusa: se l’autovelox non era omologato correttamente, si poteva tentare di annullare la multa. Ora, però, questo terreno sembra meno sicuro.
È una di quelle notizie che fanno storcere il naso, perché tocca un tema concreto: le sanzioni per eccesso di velocità. Le multe possono arrivare quando meno ce lo si aspetta e la possibilità di appellarsi a un vizio formale era spesso vista come una sorta di salvagente. Con questa nuova lettura della legge, la situazione cambia e diventa più complessa, obbligando a rivedere le strategie per difendersi.
Cosa prevede la sentenza e quali effetti ha
Secondo quanto riportato da Ok Mugello, la sentenza stabilisce che gli autovelox devono essere omologati o approvati per essere validi, ma questo non basta più per mettere in discussione la multa. In caso di contestazione, infatti, spetta al conducente dimostrare che l’apparecchio non funziona o che non rispetta i requisiti richiesti.
Le conseguenze sono notevoli. Fino a poco tempo fa, l’assenza di omologazione poteva bastare per annullare la sanzione; oggi i ricorsi basati su questo motivo hanno molte meno possibilità di andare a buon fine. Restano però valide altre strade, come la verifica di errori nei dati (targa sbagliata, orario impreciso o notifiche oltre i termini di legge ), che continuano a rappresentare un appiglio legittimo.