Home » Trending News » Bonus Bollette, niente sconti in fattura | Ora solo chi lavora ne può beneficiare: i soldi arrivano in busta paga

Bonus Bollette, niente sconti in fattura | Ora solo chi lavora ne può beneficiare: i soldi arrivano in busta paga

Spese e responsabilità (Pexels foto) - www.buildingcue.it

Spese e responsabilità (Pexels foto) - www.buildingcue.it

Nel 2025 cambia la gestione dei rimborsi per le utenze domestiche: previsto un nuovo sistema tramite welfare aziendale.

Negli ultimi tempi, diciamolo, parlare di bollette è diventato quasi un’abitudine. Tra rincari continui, rincorse agli sconti e speranze in aiuti statali, le famiglie italiane hanno fatto i salti mortali per tenere sotto controllo le spese domestiche. Ma ora qualcosa è cambiato. Anzi, sta cambiando di nuovo.

Fino a poco fa, bastava aspettare e—puff—lo sconto arrivava direttamente in bolletta. Facile. Adesso, invece, l’intero meccanismo sta prendendo una piega molto diversa, quasi a dire: “se vuoi l’aiuto, dovrai anche fare la tua parte”. I criteri sono diventati più stretti, come una possibilità da conquistarsi. O meglio, da ottenere… se ci sono le condizioni giuste.

C’è poi un altro elemento che spiazza: il ruolo dell’azienda. Già, perché stavolta entra in gioco anche il datore di lavoro. Il sostegno, insomma, passa da un’altra strada. Si apre così uno scenario tutto nuovo, dove i lavoratori devono fare i conti non solo con le proprie spese, ma anche con le scelte della propria azienda.

Quello che colpisce, forse, è proprio la componente “facoltativa”. Ci sono regole, certo, ma serve anche la volontà del datore di lavoro. E questo, in un momento in cui tanti fanno fatica ad arrivare a fine mese, fa tutta la differenza. Chi lavora può sperare in qualcosa, ma non può pretenderlo.

Una misura fiscale che passa dall’azienda

Nel dettaglio, il rimborso bollette viene trattato come un fringe benefit, ovvero un vantaggio economico esente da tassazione fino a una certa soglia. Per il 2025, il tetto massimo è fissato a 1.000 euro per chi non ha figli a carico, e sale a 2.000 euro per chi ha figli fiscalmente a carico. L’importo non viene versato direttamente dal governo, ma riconosciuto in busta paga dall’azienda, dopo che il lavoratore ha presentato tutta la documentazione necessaria.

Il rimborso riguarda le spese per luce, gas e acqua, ma può includere anche affitto, mutuo o carburante, sempre entro il limite complessivo. Le somme ricevute non vengono tassate, e non vanno a sommarsi al reddito imponibile. Questo rende il sistema vantaggioso sia per i lavoratori che per le imprese, che possono fidelizzare il personale senza aumentare il costo del lavoro. Ma chi può accervi?

Lavoro e soldi (Depositphotos foto) - www.buildingcue.it
Lavoro e soldi (Depositphotos foto) – www.buildingcue.it

Chi può riceverlo e come richiederlo

A poter accedere al rimborso sono i lavoratori dipendenti del settore privato, ma solo se l’azienda sceglie di inserire questo benefit nel proprio piano di welfare. Non basta essere dipendenti: bisogna anche dimostrare di essere intestatari o co-intestatari delle utenze relative all’abitazione principale, propria o di familiari a carico. Serve poi presentare tutte le ricevute di pagamento e dichiarare di non aver ricevuto altri rimborsi per le stesse spese.

Anche i casi particolari sono previsti: utenze condominiali o intestate al proprietario di casa possono comunque rientrare nel rimborso, se si dimostra che il dipendente o la sua famiglia sostengono effettivamente i costi. La richiesta va fatta ogni anno, con tempistiche e modalità che possono variare da azienda ad azienda.