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La Polizia ormai non sente più ragioni | Con la scusa delle nuove regole bastona tutti: se l’agente sta nervoso te ne torni senza patente

Polizia stradale

Polizia stradale (Shutterstock foto) - www.buildingcue.it

Le decisioni dell’organo che si occupa della vigilanza stanno assumendo una conformazione sempre più severa. Nessuna possibilità di replica

Quando ci si trova in strada, l’organo generalmente preposto ad effettuare controlli e verifiche circa i conducenti che usufruiscono del suolo pubblico per compiere i propri spostamenti è la Polizia Stradale.

Si tratta di uno dei differenti reparti della Polizia di Stato, specializzato proprio nel garantire la sicurezza, attraverso un’opportuna opera di controllo delle principali reti di traffico.

Il fine che la Stradale ha il compito di perseguire è quello di garantire il più elevato grado di sicurezza su strada, possibile soltanto il rispetto da parte dell’intera comunità delle norme indicate all’interno del Codice della Strada.

In che modo, dunque, procedere a verificare se la guida dei soggetti impegnati sui principali tratti del Paese avvenga in modo pienamente allineato con le disposizioni? Attraverso l’organizzazione di posti di blocco, che senza prendere come riferimento nessuno specifico canone, in modo totalmente casuale, prevedono che determinati automobilisti vengano sottoposti a controlli.

Scoppia il vero e proprio “caso”

Ad aver acceso il dibattito comune è stato un video in grado di raggiungere e superare le 356.000 visualizzazioni nel giro di pochi giorni, pubblicato dall’utente “biker_life_ita” attraverso il suo omonimo canale YouTube. All’interno del firmato si vede chiaramente una discussione che si anima tra un motociclista e un agente appartenente alla Polizia Locale; il biker viene fermato per essere sottoposto ad un controllo a campione, con il poliziotto probabilmente insospettito data la velocità di marcia eccessiva mantenuta in centro abitato. Il tutto viene documentato dalla action cam montata direttamente sul casco del motociclista, riprendendo la scena in cui quello che avrebbe dovuto rivelarsi soltanto un verbale, diviene un vero e proprio caso, poi scoppiato definitivamente dopo la diffusione a mezzo social.

A destare clamore è stata, in modo particolare, la sanzione comminata dei confronti del guidatore, che si è visto ricevere una multa pecuniaria pari a 60 euro, oltre alla pena accessoria costituita dalla decurtazione di addirittura 10 punti dalla patente di guida: parliamo di conseguenze che generalmente si applicano quando le infrazioni commesse sono davvero gravi, come nel caso dell’utilizzo del telefono al volante (o manubrio che sia), ritenendosi inevitabilmente troppo severa per l’eventuale inosservanza che aveva l’obiettivo di punire.

Controllo ad una moto
Controllo ad una moto (Provincia di Trento foto) – www.buildingcue.it

La netta divisione

Il video è poi un susseguirsi di scambi di battute particolarmente agitate che denotano una tensione in progressivo aumento, che probabilmente raggiunge il suo apice quando al tono e alle espressioni dell’agente, che arriva ad allertare il suo interlocutore suggerendogli di “non fare il fenomeno“, quest’ultimo si esprime sarcasticamente asserendo di esser stato trattato al pari di un criminale. Questo materiale è stato di importanza fondamentale, essendo preso come esempio mostrante il modo totalmente opposto all’effettivo colloquio che un cittadino e un appartenente alle forze dell’ordine dovrebbero sempre dimostrare, rispettandosi reciprocamente.

Osservando le immagini e ascoltando i dialoghi, per molti è stato impossibile tirare in ballo temi di assoluta delicatezza quali l’abuso di potere da parte delle autorità, ma soprattutto la dimostrazione di professionalità da parte degli agenti in servizio, totalmente assente nell’esempio sopracitato. Un simile episodio non ha potuto che produrre una spaccatura netta tra i pareri dei cittadini: da un lato chi è convinto che l’agente abbia agito in modo corretto, interpretando la sua aggressività come necessaria al fine di trasmettere al guidatore i rischi che possono derivare da uno stile di guida particolarmente pericoloso, il cui punto di vista si scontra con chi, dall’altra parte, colpevolizza il funzionario di polizia per l’approccio totalmente errato dimostrato nei confronti del motociclista. Lo scrive Uil Bergamo.